Con la fine di quota 100 si torna a parlare di ritorno alla Fornero per andare in pensione. Uno scalone di ben 5 anni rispetto a quanto previsto prima, mitigato solo in parte dall’introduzione di quota 102.

Ma come si va in pensione con la Fornero? Quali sono i requisiti anagrafici e contributivi che non eravamo più abituati a considerare? Il nostro ordinamento pensionistico è complesso, oltre che iniquo e non è facile tenere a mente tutto.

La pensione di vecchiaia e anticipata con le regole Fornero

Con il decreto legge n.

201 del dicembre 2011 (legge Fornero) sono stati modificati i criteri per andare in pensione, sia di vecchiaia che anticipata. Di base il requisito anagrafico è stato allungato e agganciato alla speranza di vita.

Nel primo caso, il diritto alla pensione di vecchiaia scatta al compimento di 67 anni con almeno 20 anni di contributi versati. Il secondo caso riguarda la pensione anticipata al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi (12 mesi in meno per le donne) indipendentemente dall’età.

In entrambi i casi si tratta di requisiti variabili. L’età della pensione di vecchiaia, così come il numero dei contributi versati nel caso dell’uscita anticipata, sono legati all’aspettativa di vita.

In altre parole, il meccanismo di adeguamento dell’età anagrafica alla speranza di vita prevede che il requisito dell’età arrivi gradualmente a 70 anni nel 2054. Anche il numero dei contributi da possedere riprenderà a salire dal 2027 (l’adeguamento è ora congelato).

Per chi è ancora lontano dalla pensione e che ha iniziato a lavorare dopo il 1995, la pensione con queste regole si allontana. La soglia di uscita, in assenza di riforma pensioni, tende a 71 anni. Ci riferiamo, in particolare, ai nati negli anni ottanta e che oggi sono lavoratori quarantenni.

In pensione a 64 anni

La riforma Fornero ha anche introdotto delle regole per i contributivi puri.

Cioè per coloro che hanno iniziato a versare contribuiti nelle varie gestioni a partire dal 1996. Per questa categoria di lavoratori, fermo restando la contribuzione minima di 20 anni, la pensione può arrivare prima, ma a certe condizioni.

Si può andare in pensione a 64 anni a patto che l’assegno che verrà liquidato non sia inferiore a 2,8 volte dell’assegno sociale (468,10 euro al mese). Un limite difficilmente raggiungibile con un reddito da lavoro medio.

In alternativa si può andare in pensione a 67 anni se la pensione liquidata avrà un importo non inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. Soglia sicuramente più alla portata di tutti. Altrimenti bisognerà attendere i 71 anni di età senza il rispetto di alcun vincolo.