La possibilità di andare in pensione a partire dai 63 anni di età è data da una particolare misura valida per tutto il 2023. E forse anche oltre. Il riferimento è come sempre all’Ape sociale, la misura introdotta nel 2017 e poi prorogata anno dopo anno e recentemente estesa come platea degli aventi diritto. La misura però è particolarissima e non basta raggiungere la giusta età e aver raggiunto anche la giusta carriera contributiva. Perché serve anche rispettare alcune condizioni della misura e rientrare in quelli che possono benissimo essere considerati dei particolari status.

“Buonasera, volevo delle delucidazioni riguardo all’Ape sociale. Ho 63 anni di età e sono invalido all’80%. Tra l’altro lavoro in una ditta di pulizie e ho 32 anni di contributi versati. Come faccio a sfruttare la misura dal momento che mi sembra io sia dentro come requisiti? Mi dicono che dovrei rispettare tante altre condizioni e non è detto che rientro. Potete spiegarmi in parole povere come funziona l’Ape sociale?

Ape sociale, ecco una sintetica guida

Effettivamente il nostro lettore presenta un quesito interessante, perché è vero che per l’Ape sociale, età e contributi non sempre bastano. Perché raggiungere la giusta età e completare la carriera contributiva prevista, potrebbe non risultare sufficiente per poter avere accesso all’Ape. Il nostro lettore, per quelle poche informazioni personali che ci da, potrebbe però rientrare, non come lavoro gravoso ma come invalido. Resta il fatto che ai semplici requisiti anagrafico-contributivi previsti dalla normativa, ce ne sono altri da centrare. Requisiti diversi in base alle 4 categorie a cui l’Ape è destinata. Infatti la misura può essere la soluzione al pensionamento di invalidi, caregiver, disoccupati o lavori gravosi.

Status che deve avere il soggetto interessato alla pensione con l’Ape sociale

Partiamo da quella che è la categoria più importante tra quelle a cui l’Ape sociale è destinata.

Si tratta dei lavori gravosi. Possono avere accesso all’Ape sociale coloro i quali dimostrano di aver svolto una delle tante attività gravose previste dalla normativa in vigore, per 6 degli ultimi 7 anni di carriera. In alternativa, il requisito viene centrato anche se si dimostra di aver svolto tale attività per 7 degli ultimi 10 anni di carriera. Le attività gravose previste inizialmente erano 15. Ma poi sono state aumentate con l’aggiunta di numerose altre attività come si evince dai codici Ateco presenti nell’elenco posto sul portale INPS.

L’elenco delle attività di lavoro gravose dentro il perimetro dell’Ape sociale

  • addetti alla concia di pelli e pellicce;
  • addetti ai servizi di pulizia;
  • facchini;
  • conducenti di camion o mezzi pesanti in genere;
  • conducenti treni e personale viaggiante in genere;
  • guidatori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni;
  • infermieri o ostetriche che operano su turni;
  • maestre/i di asilo nido e scuola dell’infanzia;
  • operai edili o manutentori di edifici;
  • operatori ecologici e tutti coloro che si occupano di separare o raccogliere rifiuti;
  • addetti all’assistenza di persone non autosufficienti;
  • lavoratori marittimi;
  • pescatori;operai agricoli;
  • operai siderurgici;
  • professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate;
  • tecnici della salute;
  • addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
  • professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
  • operatori della cura estetica;
  • professioni qualificate nei servizi personali e assimilati;
  • artigiani, operai specializzati e agricoltori;
  • conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
  • operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
  • conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
  • conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
  • operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi;
  • conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
  • conduttori di mulini e impastatrici;
  • conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
  • operai semi qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
  • operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
  • conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
  • personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
  • portantini e professioni assimilate;
  • professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
  • professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.

Invalidi in pensione con l’Ape sociale

Se per i lavori gravosi servono almeno 36 anni di contributi, o al massimo 32 per ceramisti ed edili, per gli invalidi bastano 30 anni.

Ma occorre che il grado di disabilità certificato dall’INPS sia pari ad almeno il 74%. Per i caregiver servono insieme ai 63 anni di età, anche 30 anni di contributi. Per caregiver si intende il soggetto che presta assistenza ad un familiare disabile grave, che convive con lo stesso soggetto. Ma l’assistenza deve essere partita almeno da 6 mesi. Il conteggio si fa a ritroso a partire dalla data di presentazione della domanda. Chi ha iniziato ad avere a che fare con il parente disabile a giugno 2023, non potrà presentare domanda di Ape sociale se non a dicembre. Questa la condizione aggiuntiva prevista per i caregiver.

Ape sociale non può essere considerata una normale pensione

L’Ape sociale da molti è considerata una normale pensione. Ma a conti fatti non lo è. Perché di fatto l’Ape sociale è un reddito ponte che serve ad accompagnare il lavoratore alla sua pensione di vecchiaia a 67 anni. In primo luogo perché la misura effettivamente è temporanea, durando di fatto solo fino al raggiungimento dei 67 anni di età.

Inoltre la misura non è reversibile a causa di un eventuale prematuro decesso del pensionato. Sempre l’Ape sociale, ha una serie di limitazioni sull’importo della prestazione.

Difatti non prevede assegni familiari se il titolare della misura ha familiari a carico quali il proprio coniuge. Non prevede maggiorazioni sociali e non si indicizza al taso di inflazione annuale. Infine si tratta di una misura che non può essere erogata per cifre superiori a 1.500 euro. Il titolare dell’Ape sociale che potrebbe godere di una pensione più alta, per tutta la durata dell’Ape non prenderà un centesimo in più di 1.500 euro.