Al centro dello scandalo che la procura ha ribattezzato Mafia Capitale c’è il rosso della sinistra, quella attiva nelle cooperative sociali (dette rosse appunto) ma c’è anche tanto “nero”: non è solo il personaggio di Romanzo Criminale a cui si ispira la figura del boss a capo di questo sistema, Carminati, è il colore del fascio e della mafia che ha lucrato sui fondi destinati ad immigrati e rom.

Mafia Capitale: di rosso nelle cooperative resta la tovaglia

Nella foto della cena che da ieri gira sul web, e che ritrae Alemanno e Poletti a tavola con i boss, spicca una tovaglia rossa.

Ma cosa resta della sinistra nel sistema di Mafia Capitale? Salvatore Buzzi, amministratore e coordinatore di varie società cooperative è l’emblema di questo business: era riuscito a creare un vero e proprio impero creando società di servizi con ex carcerati, cooperative che tra le altre attività si erano aggiudicate appalti anche nel campo accoglienza profughi, svolgendo servizi per conto del comune e retribuiti con fondi statali.  

Immigrati e rom: quanto hanno fatto guadagnare alle cooperative mafiose

I numeri parlano chiaro: le previsioni di bilancio del 2014 stimano, per la “29 Giugno – Onlus” (aderente a Lega Coop), un fatturato di 25,2 milioni di euro e di un utile di 800 mila euro, per la “Eriches 20” un fatturato di 13,08 milioni e un utile di 250mila euro e per a “29 Giugno – servizi” un fatturato di 9,9 milioni di euro e un utile di 130 mila euro. E il commento dello stesso Buzzi nell’intercettazione della telefonata con Pierina Chiaravalle è emblematico: “tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”.

Cooperative solidali, lo scandalo e scenari futuri

Uno scandalo che inevitabilmente ha generato una vera e propria bufera nel sistema delle cooperative solidali, Da subito Legacoopsociali ha preso le distanze dai soggetti coinvolti nelle indagini della magistratura sospendendo Salvatore Buzzi in primis, ma anche Carlo Maria Guarany, Alessandra Garrone, Paolo Di Ninno e Franco Cancelli (tutti in manette).

In un comunicato ufficiale si leggesdegno e sgomento dei cooperatori sociali per quanto va emergendo a Roma”. Proprio per non compromettere la reputazione di tutte le persone oneste che prestano servizio nelle cooperative solidali di Roma, è stato chiesto alla magistratura “di accertare rapidamente e fino in fondo ogni responsabilità” ribadendo che “Simili fatti, ove confermati, non sono compatibili con l’essere cooperatori sociali, e offendono in primo luogo la realtà quotidiana, faticosa ed onesta  delle cooperative sociali che a Roma come in tutto il Paese svolgono un ruolo fondamentale e preziosissimo di servizio e di solidarietà, e non possono vedere ingiustamente lesi la reputazione e l’onore”</em