“Andare in vacanza è anche uno stress. Avete presente le file che dobbiamo fare in aeroporto? Non finiscono mai, ci stai ore e ore. Un signore, arrivato finalmente allo sportello dopo un sacco di tempo, si sentì domandare dalla guagliona dietro al banco: ‘Allora, dove ve ne andate di bello?’. ‘A fatica’, aggio finito ’e ferie‘”, ha raccontato Alessandro Siani in “Un napoletano come me..”. Anche in vacanza, in effetti, possiamo vivere momenti poco piacevoli. Lo sanno bene tutti coloro che nel corso dell’estate hanno dovuto fare i conti, ad esempio, con lunghe code in autostrada o eventuali ritardi del treno o dell’aereo.

Se poi si aggiunge il vicino di ombrellone disturbatore, ecco che si ottiene il quadro perfetto dei vari e piccoli inconvenienti che possono rovinare una vacanza. Eccetto casi estremi, comunque, le meritate vacanze piacciono sempre a tutti. Questo perché permettono di staccare finalmente la spina dai vari impegni tipici della vita quotidiana e trascorrere dei giorni all’insegna del relax. Anche quando tutto non fila liscio come l’olio, il desiderio comune è di continuare ad oziare. Proprio in tale ambito è bene sapere che è possibile usare ferie e congedo parentale assieme per estendere la relativa durata. Ecco come fare.

Congedo parentale per lavoratrici e lavoratori dipendenti: chi ne ha diritto

Grazie al congedo parentale i genitori possono beneficiare di un periodo di astensione dal lavoro per prendersi cura dei figli nei loro primi anni di vita. Come spiegato sul sito dell’Inps, tale misura:

“spetta ai genitori, che siano in costanza di rapporto di lavoro, entro i primi 12 anni di vita del bambino per un periodo complessivo, tra i due genitori, non superiore a dieci mesi, elevabili a undici se il padre lavoratore si astiene dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno tre mesi. I periodi di congedo parentale possono essere fruiti dai genitori anche contemporaneamente”.

Congedo parentale e ferie, come usarli insieme per estendere la durata

I genitori interessati devono indicare nella richiesta di congedo parentale il periodo o le singole giornate in cui risulteranno assenti dal posto di lavoro.

Se i giorni non lavorativi, come ad esempio sabato, domenica e i festivi, rientrano nel periodo di astensione, allora vengono scalati dal congedo parentale. Queste giornate vengono scalate anche nel caso in cui il lavoratore richieda il congedo parentale indicando singoli periodi. Se ad esempio il lavoratore dovesse richiedere il congedo da lunedì 2 ottobre a venerdì 6 ottobre e in seguito da lunedì 9 ottobre a venerdì 13 ottobre, allora sabato 7 e domenica 8 ottobre verrebbero ugualmente considerati nel congedo.

Il week end nei congedi non viene conteggiato solamente se tra due periodi di astensione il soggetto interessato torni a lavoro per almeno un giorno. In questo caso, ad esempio, basterebbe tornare a lavoro venerdì 6 ottobre o lunedì 9 ottobre. In alternativa c’è chi potrebbe pensare di chiedere per tali giorni le ferie. I periodi di congedo, in tal modo, non risulterebbero continuativi e il lavoratore potrebbe prolungare la durata di astensione dal lavoro risparmiando i giorni di congedo. Prima di richiedere congedo e ferie, comunque, si consiglia di parlare con il proprio datore. In questo modo è possibile trovare una soluzione che vada bene ad entrambi e consenta all’azienda di poter organizzare al meglio il lavoro anche degli altri dipendenti.