Con quanto preavviso un lavoratore deve richiedere i giorni di permesso Legge 104 e in quale caso il datore può rifiutare di concederli?

Come canta Francesco Guccini con il brano Canzone delle domande consuete: “Rimanere così, annaspare nel niente, custodire i ricordi, carezzare le età. È uno stallo o un rifiuto crudele e incosciente del diritto alla felicità”. Tanti sono i dubbi che affollano le menti di ognuno di noi.

Se tutto questo non bastasse, la burocrazia si rivela essere spesso così contorta da rendere l’accesso a determinate agevolazioni particolarmente complicato.

Per questo motivo è bene sapere come muoversi nei vari ambiti, in modo tale da evitare di incorrere in spiacevoli conseguenze. Lo sanno bene i lavoratori che prestano assistenza ad un famigliare non autosufficiente e che temono di vedersi rifiutare i giorni di permesso dal datore. Ma questo è davvero possibile?

Permessi Legge 104, quando possono essere rifiutati

Come spiegato dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale attraverso la circolare numero numero 53 del 29 aprile 2008:

“sul datore di lavoro incombe il diritto – dovere di verificare in concreto l’esistenza dei presupposti di legge per la concessione dei permessi citati, rispetto alla quale non ha alcuna ulteriore discrezionalità, al di là della verifica della sussistenza dei requisiti di legge. In tale contesto l’INPS, al cui carico è posto l’onere finanziario dei benefici in questione, interviene esclusivamente, in una logica di controllo preventivo generale circa la congruità della richiesta con il titolo di legge, a presidio della correttezza dell’erogazione economica, tanto più laddove questa avvenga per pagamento diretto (come avviene nel caso dei lavoratori agricoli ), non potendo e non dovendo intervenire nella concessione specifica dei permessi, che rientra esclusivamente nella concreta gestione del singolo rapporto di lavoro”.

Questo vuol dire il datore di lavoro deve solamente accertarsi che il lavoratore abbia trasmesso apposita domanda all’Inps e che l’istituto l’abbia accolta.

Ma non solo, deve assicurarsi che la persona che necessita di assistenza non sia ricoverata a tempo pieno presso una struttura ospedaliera o simile, in grado di assicurare un’assistenza sanitaria continuativa.

In quest’ultimo caso il lavoratore deve fornire una dichiarazione di responsabilità. Una volta accertata che la richiesta del lavoratore sia legittima, l’azienda non può negare la fruizione dei permessi. In caso contrario, il lavoratore che si vede negare tale diritto può inviare apposita richiesta in forma scritta all’azienda, per poi rivolgersi ad un’associazione sindacale o a un avvocato che potranno fornire apposita assistenza.

Con quale preavviso vanno chiesti i permessi 104 e come funziona la programmazione mensile

Stando alla normativa vigente non è previsto alcun periodo di preavviso. Il datore può comunque richiedere una programmazione mensile dei permessi 104 a patto che il lavoratore interessato sia in grado di individuare preventivamente i giorni di assenza e che non venga in alcun modo compromesso il diritto del disabile di essere assistito.

Un’eventuale richiesta da parte dell’azienda di pianificare mensilmente i permessi 104, pertanto, è da considerarsi legittima. In questo modo si permette all’azienda di poter organizzare al meglio l’attività lavorativa. Questo, ovviamente, è ammissibile per i giorni programmabili quali, ad esempio, quelli destinati ad effettuare delle visite specialistiche. Fanno eccezione i casi di urgenza o necessità che, in quanto tali, non possono essere oggetto di pianificazione.