Come noto il legislatore, concede la possibilità ai contribuenti di utilizzare in compensazione nel Modello F24 eventuali crediti d’imposta per pagare debiti d’imposta. Ad esempio, il credito IRPEF che scaturisce dalla dichiarazione dei redditi, invece, di essere chiesto a rimborso, lo si può utilizzare per compensare il pagamento di altri tributi (IVA, IMU, ecc.).

Occorre tuttavia, distingue tra due tipo di compensazioni. Ossia quelle orizzontali e verticali.

Dal 1° luglio 2024 entrerà in vigore un nuovo divieto di compensazione. Lo ha previsto la legge di bilancio 2024 e Assonime lo ha analizzato in una sua circolare (la n. 1 datata 31 gennaio 2024).

Compensazioni orizzontali e verticali

Le compensazioni verticali fatte in F24 sono dette anche “compensazioni interne”. È semplice capire il perché. Sono verticali quelle compensazioni tra crediti e debiti riguardati la stessa imposta.

E, dunque, un esempio di compensazione Modello F24 di tipo verticale quella tra un debito IVA e un credito IVA oppure quella tra un credito IRPEF e un debito IRPEF.

Per contro, sono orizzontali le compensazioni tra crediti e debiti riferiti a tributi diversi. Ad esempio, quando si compensa il credito IRPEF con il debito IVA oppure laddove si compensa il credito cedolare secca con il debito IMU.

Compensazioni Modello F24, il nuovo divieto da luglio 2024

Dal 1° luglio 2024, per effetto di una specifica misura contenuta nella legge di bilancio 2024 (comma 94 lett. b), sarà fatto divieto di compensazioni nel Modello F24 per coloro che hanno debiti iscritto a ruolo di importo superiore a 100.000 euro. Da specificare è che tale divieto riguarda solo le compensazioni di tipo “orizzontale”.

L’iscrizione a ruolo, ricordiamo, si verifica quando l’Amministrazione finanziaria non essendo riuscita a recuperare i crediti fiscali vantati verso i contribuenti, ne affida il recupero all’Agenzia Entrate Riscossione. Dall’iscrizione a ruolo, dunque, ne consegue la cartella di pagamento.

Nella Circolare n.

1 del 31 gennaio 2024, Assonime (l’associazione fra le società italiane per azioni) ha analizzato la novità ed in particolare si è soffermata sulla verifica di detta soglia fissata a 100.000 euro.

In primis, si evidenzia che il divieto di compensazione viene meno anche laddove i crediti fiscali da poter compensare dovessero risultare superiori alla soglia.

Inoltre, secondo l’associazione il divieto dovrebbe permanere anche laddove il contribuente dovesse pagare solo parzialmente i debiti scendendo sotto il limite. In altre parole per Assonime, salvo future precisazioni dell’Amministrazione finanziaria, se ad esempio, il contribuente al 1° luglio 2024 dovesse avere una cartella esattoriale di 120.000 euro da pagare e ne paga solo 21.000 euro (quindi, nuovo debito a 99.000 euro), il divieto di compensazione nel Modello F24 persisterebbe fin quando il contribuente non cancelli l’intero debito che ha causato il divieto stesso alla compensazione.

Riassumendo

  • dal 1° luglio 2024 scatta il divieto di compensazione nel Modello F24 in caso di debiti iscritti a ruolo di importo superiore a 100.000 euro
  • detto divieto vale solo per le compensazioni di tipo orizzontale
  • sono orizzontali le compensazioni tra crediti e debiti riferiti ad imposta diverse
  • Assonime, in attesa di chiarimenti dell’Agenzia Entrate, ha analizzato la novità nella Circolare n. 1 del 31 gennaio 2024
  • trovi qui un vademecum nuove regole compensazioni F24 in vigore dal 1° luglio 2024.