La pensione di vecchiaia ordinaria oggi, ma anche dal 2024 al 2026, è calcolata con vari metodi. Perché dipende dalla carriera di un lavoratore, da come ha lavorato, dai contributi ha versato e così via dicendo. Ma c’è un fattore che può essere considerato il più importante per capire in quale sistema di calcolo della pensione si rientra. Ovvero l’avvio della carriera. Perché è dalla data del primo contributo versato che si parte per capire in quale sistema di calcolo della pensione rientra un lavoratore.

Sistema misto, sistema retributivo o sistema contributivo. Sono questi i metodi di calcolo delle pensioni. Uno di questi 3 non è più utilizzato o quasi. Per gli altri due, invece, le differenze vanno approfondite.

“Buonasera, sono Mario e volevo chiedervi una cosa. Nel 2025 compio 67 anni di età. Andrò in pensione con la pensione di vecchiaia. Con 20 anni di contributi quanto prenderò di pensione? Che genere di calcolo mi spetta visto che ho iniziato a lavorare nel 1994?”.

Come si calcola la pensione con 20 anni di contributi, cosa incide?

Oggi possiamo dire che la pensione si può calcolare con due sistemi diversi e cioè con il sistema misto o con il sistema contributivo. Perché il terzo sistema, cioè il retributivo, oggi non è più in uso singolarmente perché sono rari i casi di lavoratori che hanno smesso di lavorare nel 1996 e non sono ancora in pensione. Tornando alle regole di calcolo odierne di una pensione di vecchiaia, il sistema da applicare dipende dalla data di inizio della carriera lavorativa del richiedente e quindi, dalla data del primo versamento di contributi. E quando parliamo di primo versamento, facciamo riferimento a contribuzione a qualsiasi titolo versata, perché vanno considerati pure i contributi figurativi.

Basta anche un anno di contribuzione figurativa per spostare dal contributivo al retributivo/misto un lavoratore. Con tutte le differenze del caso.

Perché come si sa, cambiando le regole di calcolo della pensione cambiano gli importi. Ed in linea generale le pensioni contributive sono più basse delle pensioni retributive.

Tra sistema misto e sistema contributivo, differenze e particolarità

Il sistema misto è quello che riguarda le liquidazioni delle pensioni di chi ha iniziato a lavorare prima del 1996. Se ha accumulato almeno 18 anni di contributi entro il 31 dicembre 1995, la pensione si calcola con il metodo retributivo fino al 31 dicembre 2011 e con il metodo contributivo per gli anni successivi. Altrimenti il sistema retributivo si usa per i periodi fino al 1996, mentre il contributivo per i periodi successivi. Il metodo retributivo si basa sulle ultime retribuzioni percepite dal lavoratore. Il metodo contributivo si basa sul montante contributivo, cioè sulla somma dei contributi Inps versati, che va moltiplicata per un coefficiente di trasformazione che dipende dall’età del pensionato.

Tutto fermo fino al 2026, e poi?

Al momento è certo che i requisiti per pensione di vecchiaia ordinaria non subiranno correttivi almeno fino al 31 dicembre 2026. Poi cambierà qualcosa. Perché i requisiti per la pensione di vecchiaia ordinaria subiranno, dal 2027, degli incrementi dei requisiti collegati agli adeguamenti alla speranza di vita. E dovrebbe salire di nuovo l’età pensionabile. Probabilmente di due mesi per il biennio 2027-2028 e di due mesi per quello successivo. Le pensioni pertanto, per lo spaccato di quella di vecchiaia passeranno a 67 anni e 2 mesi.

Ma nulla cambierà per quanto concerne le regole di calcolo. Che resteranno le stesse pure nel 2024 e nel 2025, anno che riguarda l’uscita del nostro lettore. Quindi, avendo iniziato a lavorare nel 1994, per i periodi di lavoro svolti fino al 1996, il lettore avrà diritto al calcolo retributivo della prestazione. Per i periodi successivi invece, avrà diritto al calcolo contributivo.