Tra gli emendamenti in discussione al testo del reddito di cittadinanza nelle ultime ore c’è anche quello relativo alla privacy. In risposta alle preoccupazioni del Garante, che dovrà essere ascoltato dal ministero per la scrittura del decreto, è stata modificata l’ampiezza dei poteri di controllo dello Stato sulle spese fatte da chi percepisce il sussidio. La versione attuale del testo prevede che lo Stato possa verificare le singole spese. L’emendamento in discussione invece autorizza lo Stato a monitorare “i soli importi complessivamente spesi e prelevati” dal conto sul quale verrà accreditato il reddito di cittadinanza.

Giorni fa il garante della privacy aveva manifestato le sue perplessità bocciando i controlli sulle singole spese effettuate con la carta del rdc. Una specie di “controllo puntuale sulle scelte di consumo individuali”, che sottopone i beneficiari del reddito di cittadinanza a una sorta di tutoraggio e di giudizio sui loro acquisti “in palese contrasto con le garanzie sancite dalla disciplina di protezione dati”, ma ancor di più con “i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini”.
Ora che l’emendamento è stato introdotto però sarà più difficile sventare gli abusi negli acquisti. Insomma: la coperta è troppo corta e se si tira da un lato si scopre l’altro. E’ anche vero che, nei limiti dei soldi che era possibile prelevare, sarebbe stato comunque impossibile monitorare i pagamenti in contanti.
Vedremo a breve se le maxi sanzioni basteranno a scoraggiare potenziali male intenzionati.

Leggi anche: Il governo ha rinunciato a controllare la moralità delle spese con la carta rdc