“Nei servizi pubblici, come nelle aziende o nel proprio lavoro, vale sempre una piccola ma importantissima regola che qualcuno ha riassunto brillantemente in una formula molto azzeccata, che suona così: ogni volta che qualcuno percepisce un reddito che non produce, c’è qualcun altro che produce un reddito che non percepisce“, affermava Piero Angela. Un concetto che sembra rispecchiare la situazione che si è venuta a creare dal momento in cui il Movimento 5 Stelle ha deciso di introdurre il reddito di cittadinanza.

In particolare, molti lamentano il fatto che mentre buona parte dalla popolazione lavora, ve n’è una fetta consistente che percepisce un sussidio senza fare nulla. Un punto di vista a quanto pare condiviso anche dal governo Meloni che intende apportare delle modifiche al reddito di cittadinanza. Ma chi perderà il sussidio nel 2023 e cosa fare per continuare a percepirlo anche il prossimo anno? Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Come sapere se rischi di perdere il reddito di cittadinanza

A partire dal prossimo anno un beneficiario su cinque perderà il reddito di cittadinanza. A renderlo noto il presidente dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT), Gian Carlo Blangiardo, in audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. Sempre l’Istat ha delineato il profilo di chi perderà il sussidio a partire da settembre 2023, ovvero, come affermato dallo stesso Blangiardo:

“Come atteso la decurtazione della durata coinvolgerebbe in prevalenza i nuclei familiari di ridotte dimensioni (in particolare coinvolge più della metà degli individui soli) e la componente maschile, e investirebbe quasi la metà dei beneficiari in età compresa fra 45 e 59 anni. La sottopopolazione soggetta a riduzione della durata comprende inoltre un terzo dei Neet fra 18 e 29 anni beneficiari del RdC e si caratterizza per livelli di istruzione appena più elevati rispetto alla restante platea dei beneficiari appartenenti alla stessa classe d’età”.

È questo il profilo medio di chi perderà il reddito di cittadinanza.

A essere maggiormente colpiti, pertanto, saranno per lo più gli uomini single di età superiore a 45 anni e inferiore ai 60.

Cosa fare per mantenere il sussidio

Nel 2023 il reddito di cittadinanza sarà erogato solamente per otto mesi. Fanno eccezione i nuclei familiari con al loro interno persone disabili, minorenni o aventi un’età pari almeno a sessant’anni. Sono esclusi dal taglio anche le donne in dolce attesa. Quest’ultime categorie potranno continuare a beneficiare del sussidio per tutti i dodici mesi.

Per non perdere il sussidio nel corso del 2023, inoltre, la Legge di Bilancio 2023 prevede che i percettori del reddito di cittadinanza debbano frequentare per almeno sei mesi un corso di formazione o riqualificazione professionale. In assenza di quest’ultimo, si perde il diritto al sussidio. In ogni caso all’inizio del 2024 diremo definitivamente addio a tale aiuto economico, che verrà sostituito da nuove misure a sostegno dei cittadini in difficoltà e che necessitano di un intervento mirato da parte del Governo.