In attesa di capire, con il nuovo governo Meloni che si appresta ad insediarsi, come e se cambierà il reddito di cittadinanza, intanto arriva la proposta di raccomandazione dal Consiglio Europeo sul reddito minimo che i paesi membri devono garantire ai cittadini.

In sintesi, la proposta invita tutti a migliorare e modernizzare i proprio regimi di reddito minimo. Ciò al fine di perseguire il duplice obiettivo di:

  • accompagnare le persone all’uscita dalla situazione di povertà in cui vivono
  • reinserimento (ed integrazione) nel mondo del lavoro per tutti coloro che possono lavorare.

Diciamo subito che su quest’ultimo punto, proprio il nostro futuro premier, Giorgia Meloni, sarà certamente d’accordo.

Per la guida di Fratelli d’Italia, infatti, il reddito di cittadinanza non dovrebbe esistere per coloro che hanno forza e capacità di poter lavorare ma allo stesso tempo bisogna accompagnarli al mondo del lavoro attraverso efficaci politiche attive.

Il reddito di cittadinanza oggi

Il reddito di cittadinanza, ricordiamo, è un sussidio voluto fortemente dal Movimento 5 Stelle. Oggi sono molti coloro che lo percepiscono.

Così come nato, ed ancora tutt’ora in vigore, l’unico presupposto per avere questa forma di reddito minimo, è il disagio economico in cui si vive. In pratica ne possono fare domanda ed averne, quindi, diritto solo coloro che, non avendo un lavoro, non hanno fonte di sostentamento tale da permettergli il vivere quotidiano.

In pratica, per avere di cittadinanza, oltre a requisiti di cittadinanza e residenza, è sufficiente richiesto che il nucleo familiare:

  • abbia un ISEE aggiornato inferiore a 9.360 euro annui
  • possieda un patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro
  • abbia un patrimonio finanziario non superiore a 6.000 euro che può essere incrementato in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare e delle eventuali disabilità presenti nello stesso
  • deve avere un reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui moltiplicato per la scala di equivalenza. La soglia del reddito è elevata a 9.360 euro nei casi in cui il nucleo familiare risieda in una abitazione in affitto.

Inoltre è necessario che nessun componente del nucleo familiare possieda:

  • autoveicoli immatricolati la prima volta nei 6 mesi antecedenti la richiesta, o autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc oppure motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei 2 anni antecedenti (sono esclusi gli autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità);
  • navi e imbarcazioni da diporto.

Questo significa che anche un giovane di 30 anni, nel pieno della forza e capacità lavorativa, basti che rispetti i citati requisiti ed ha diritto al reddito di cittadinanza.

Il fallimento della misura

Il sussidio come strutturato adesso in Italia, comunque, dovrebbe essere accompagnato da programmi di re (inserimento) al lavoro, attraverso politiche attive. A questo scopo furono potenziati i centri per l’impiego con la figura dei navigator. Operatori, il cui compito, in sintesi, sarebbe quello di trovare offerte di lavoro in linea con il profilo dei percettori il sussidio.

In realtà, questa cosa, ha funzionato pochissimo. Esigui sono i percettori del reddito di cittadinanza che hanno trovato un impiego. Se poi a ciò si aggiunge anche la possibilità di rifiutare più di una volta l’offerta di lavoro. Alcuni preferiscono il sussidio piuttosto che lavorare (considerando anche che oggi forse c’è chi lavorando prende al mese anche meno di chi percepisce il reddito).

Le idee di Giorgia Meloni sul reddito di cittadinanza

Che la leader di Fratelli d’Italia, prossimo presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, fosse proco favorevole al reddito di cittadinanza è cosa dichiarata apertamente durante la campagna elettorale che ha accompagnato gli italiani al voto.

Per Meloni, come strutturato oggi il sussidio non va bene.

Bisogna rivederlo o sostituirlo con uno strumento che vada a tutelare le categorie veramente fragili che non possono lavorare (disabili, over 60, famiglie con numerosi figli, ecc.). Allo stesso tempo non bisogna lasciare nessuno indietro. Quindi, percorsi di formazione ed politiche di inserimento nel mondo occupazionale mirate per chi ha forza e capacità lavorativa. Anche una riforma dei centri per l’impiego se è il caso, visto che il loro ruolo nel reddito di cittadinanza NON è stato incisivo.

L’invito del Consiglio Europeo

Se per il reddito di cittadinanza italiano la Meloni vorrebbe salvare solo alcune categorie, intanto, come detto, il Consiglio Europeo invita i Paesi dell’unione ad intervenire sulle proprie forme di reddito minimo. In dettaglio, l’invito è quello di strutturare un reddito di cittadinanza che consenta di raggiungere i seguenti obiettivi:

  • far uscire le persone dalla povertà
  • promuovere l’integrazione nel mercato del lavoro di quanti possono lavorare
  • migliorare l’inclusione e le prospettive di occupazione
  • richiesta di accesso al beneficio semplificata e accompagnata da informazioni di facile utilizzo
  • garantire ai beneficiari l’accesso ai servizi essenziali, come ad esempio l’energia.

Inoltre si propone anche di prevedere forme di reddito minimo personalizzate. Quindi, differenziate a seconda dei casi e che tengano conto della particolare situazione in cui si trova il richiedente.