Rottamazione delle cartelle esattoriali ormai la via. Certo, non c’è stata ancora la massiccia adesione come invece si poteva ipotizzare. Questo perché nel tempo sono cambiate alcune cose rispetto al piano originario. La rottamazione delle cartelle è dentro il grande contenitore della tregua fiscale. Insieme alla rottamazione ci sono lo stralcio e la cancellazione d’ufficio. Sono di fatto tutte misure diverse tra loro. Ma proprio per le novità che hanno riguardato la cancellazione delle cartelle e lo stralcio, anche la rottamazione è partita a rilento.

Ma entro il 30 aprile bisognerà aderire alla definizione agevolata delle cartelle. E molti finiranno con l’evitare. Perché? perché alcune cose sono poco convenienti anche per la rottamazione.

“Buonasera, sono Fabio, un contribuente che è confuso se aderire o meno alla rottamazione delle cartelle. Ho seri dubbi che sia la soluzione ad hoc per consentirmi di risolvere la mia partita con il Fisco. A tal punto che ho preso tempo. Ma come posso fare per capire le reali favorevoli condizioni di questo strumento?”

Come funziona la rottamazione delle cartelle ed a chi non conviene per niente

Il 30 aprile 2023 scadranno i termini per presentare la domanda di definizione agevolata sul sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Parliamo della rottamazione delle cartelle naturalmente e la scadenza è quella ultima per poter accedere alla misura. Una misura molto conveniente naturalmente, ma non per tutti. Infatti c’è chi non troverà conveniente la soluzione. C’è ancora tempo però, perché con il decreto Milleproroghe è stato deciso di posticipare alla fine di marzo il termine ultimo che i Comuni hanno per optare per lo stralcio, per la cancellazione o per nessuna delle due misure.

Lo stralcio delle cartelle e la cancellazione riguardano debiti diventati ruolo entro il 2015. Ma con lo stralcio queste cartelle, se sotto i 1.000 euro per singola partita, possono essere ridotte delle sanzioni e degli interessi per ritardata iscrizione a ruolo.

La cancellazione invece elimina completamente il debito, e sempre per cartelle sotto i 1.000 euro. I Comuni potranno scegliere se concedere questi vantaggi ai contribuenti e lo potranno fare entro la fine di marzo. Evidente che c’è chi attende queste decisioni per verificare quali e quanti sono effettivamente i debiti rimasti nell’estratto di ruolo ed in che misura. Cosa significa tutto questo? Che molti stanno rimandando la domanda di rottamazione.

Le cose che forse non vanno della rottamazione delle cartelle

Ma non è solo questo fattore a non aver ancora fatto partire le adesioni al massimo. Infatti ormai da diverse settimane la procedura per la rottamazione delle cartelle è attiva, sia in area libera che in area personale sul sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Ma non decollano le adesioni. Anche perché c’è chi non trova grande convenienza all’adesione. La rottamazione rappresenta un’occasione utile per molti cittadini, ma non può essere una soluzione valida per tutti. Le controindicazioni per quanto hanno deciso i legislatori con la Legge di Bilancio 2023, cioè con la Legge n° 197 del 2022, sono molte.

La rottamazione riguarda dei debiti affidati ad Agenzia delle Entrate Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022. La misura consente a ogni contribuente che presenta domanda, di saldare le pendenze al netto degli interessi di mora, di quelli per ritardata iscrizione a ruolo, delle sanzioni e dell’aggio di riscossione.
Dentro pure le cartelle sotto i 1.000 euro affidati alla riscossione entro il 2015 che il Comune ha deciso di non stralciare e nemmeno cancellare. Ecco che l’attesa per le decisioni degli enti è fondamentale.

Perché la rottamazione a molti contribuenti non conviene?

Ma c’è anche da conteggiare la convenienza eventuale all’adesione alla rottamazione delle cartelle. Per esempio la domanda di rottamazione delle cartelle, la cosiddetta domanda di definizione agevolata delle cartelle, comporta l’interruzione dei termini di prescrizione.

La cartella una volta inserita nella rottamazione, viene di fatto accettata dal contribuente. Il debito non potrà più essere contestato e oggetto di un ricorso per la prescrizione.

Oltretutto, la rottamazione consente di accedere a un lungo piano di rateizzazione. Si potrà optare anche per un pagamento in 18 rate. E sono rate trimestrali o quasi. Infatti le prima due rate devono coprire complessivamente il 20% del debito complessivo. Due rate pari al 10% cadauna del debito totale che Agenzia delle Entrate ha certificato rispondendo alla richiesta di rottamazione. Le altre 16 saranno tutte pari al 5% del debito. Ma se l’ammontare del debito è rilevante, è evidente che si finirà con il dover pagare rate piuttosto pesanti. E questa è un’altra condizione poco favorevole per quanti hanno difficoltà economiche.

Rottamare cartelle e pagare già entro il 31 luglio 2023 e il 30 novembre 2023 cifre rilevanti, può indurre molti a desistere dall’aderire alla definizione agevolata. Anche alla luce del fatto che, anche se con 5 giorni di tolleranza, il semplice evadere una sola rata, porta alla decadenza dal beneficio. E si tornerebbe al debito originale, con cartelle che come detto prima, non potranno nemmeno essere contestate per eventuale prescrizione.