È un’ora che aspetto davanti al portone, su, trova una scusa per uscire di casa. Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte, devo dirti qualche cosa che riguarda noi due“, canta Gianni Morandi con il brano Fatti mandare dalla mamma.

Proprio il latte è così sano e nutriente che si rivela essere un importante alleato dell’alimentazione degli adulti e soprattutto dei più piccini. Basti pensare che per natura le neo mamme producono il latte materno.

Quest’ultimo, però, non è sempre disponibile.

In tale circostanza, pertanto, bisogna ricorrere al latte artificiale. L’acquisto di quest’ultimo si va così ad aggiungere a tutte le altre spese che la nascita di un figlio porta con sé, pesando ulteriormente sul bilancio famigliare. Fortunatamente in tale ambito giungono in aiuto importanti contributi. Oltre al bonus mamma domani è disponibile infatti il bonus latte artificiale per le già mamme che non posso allattare. Ma chi può farne richiesta? Ecco come funziona.

Come funziona il bonus latte artificiale per le mamme che non possono allattare

Previsto con la Legge di Bilancio 2020 e rinnovato per il 2023, il cosiddetto bonus latte artificiale permette di ottenere massimo 400 euro fino al compimento del sesto mese di vita del bambino. Ad averne diritto sono le neo – mamme che non possono allattare al seno per via di determinate condizioni. Come si legge sul sito del Dipartimento delle Finanze, si annoverano le seguenti:

“Condizioni materne che controindicano in maniera assoluta (temporanea o permanente) l’allattamento:

  • Indicazioni permanenti infezione da HTLV1 e 2;
  • sindrome di Sheehan;
  • alattogenesi ereditaria;
  • ipotrofia bilaterale della ghiandola mammaria (seno tubulare);
  • mastectomia bilaterale;
  • morte materna;

Indicazioni temporanee (da sottoporre a verifica mensile):

  • infezione da HCV con lesione sanguinante del capezzolo;
  • infezione da HSV con lesione erpetica sul seno o capezzolo;
  • infezione ricorrente da streptococco di gruppo B;
  • lesione luetica sul seno;
  • tubercolosi bacillifera non trattata;
  • mastite tubercolare;
  • infezione da virus varicella zooster;
  • esecuzione di scintigrafia;
  • assunzione di farmaci che controindicano in maniera assoluta l’allattamento;
  • assunzione di droghe (escluso il metadone);
  • alcolismo”.

Come richiedere l’agevolazione

Le condizioni patologiche che impediscono l’allattamento devono essere appositamente certificate da uno specialista del Sistema Sanitario Nazionale.

Se le condizioni si manifestano alla nascita o durante la gravidanza se ne occuperà il neonatologo. Nel caso in cui le condizioni che impediscono l’allattamento al seno si verificano dopo il parto, invece, verranno certificate dal pediatra, dal medico di base o dallo specialista della patologia. Oltre alla presenza di una delle patologie poc’anzi citate, le famiglie interessate devono rispettare anche un requisito economico. Ovvero devono avere un Isee di importo inferiore a 30 mila euro.

I soggetti interessati e aventi diritto devono presentare apposita richiesta all’azienda sanitaria locale di competenza. L’importo finale dipenderà dal numero di richieste, fermo restando il limite massimo pari a 400 euro annui. Una volta ottenuto tale bonus, sarà possibile utilizzarlo per acquistare latte in polvere presso i centri assistenziali dove le mamme sono in cura o presidi ASL. Ma non solo, anche presso le farmacie convenzionate o fornitori autorizzati. Per finire ricordiamo che non possono ottenere il bonus latte artificiale le famiglie che già beneficiano del contributo per l'”Assistenza sanitaria integrativa relativa ai prodotti destinati ad alimentazione particolare”.