Sono tanti i percettori di reddito di cittadinanza, o ex, che attendono di essere presi in carico dai servizi sociali. In quest’ultimo caso, infatti, è possibile continuare a beneficiare del sussidio fino alla fine dell’anno in corso. Come canterebbe Coez con il brano Come nelle canzoni: “E non lo chiedere a nessuno a meno che non sia me. E non lo chiederò a nessuno a meno che non sia te. Sì perché non c’era nessuno, c’eravamo io e te“.

A tal proposito, ad esempio, sono i tanti i percettori del reddito di cittadinanza che intendono sapere come fare a chiedere la presa in carico ai servizi sociali. Ecco come funziona.

Chi ha diritto al reddito di cittadinanza oltre le sette mensilità

Il governo ha deciso di attuare importanti cambiamenti al reddito di cittadinanza 2024. La relativa erogazione, infatti, è stata ridotta nel corso del 2023 a sette mensilità. Per questo motivo molte persone hanno già dovuto dire addio alla misura in questione. Fanno eccezione i nuclei famigliari che presentano al loro interno minori, persone con disabilità o con un’età pari almeno a sessant’anni. Quest’ultimi, infatti, continueranno a percepire il reddito di cittadinanza, senza incorrere ad alcuna sospensione, fino a dicembre 2023. Ma non solo, potranno beneficiare dell’erogazione del sussidio fino alle fine dell’anno in corso anche le persone non attivabili al lavoro che vengono prese in carico dai servizi sociali.

Soffermandosi sulle persone prese in carico dai servizi sociali, è bene sapere che i relativi nominativi devono essere trasmessi all’Inps attraverso la piattaforma GePI. La scadenza iniziale, entro cui effettuare tale operazione, era fissata al 31 ottobre. Attraverso il decreto fiscale collegato alla Manovra 2024 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 244 del 18 ottobre 2023, però, il governo ha deciso di prorogare i termini. In particolare:

“All’articolo 1, comma 313, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 sono apportate le seguenti modifiche: […]
c) dopo il quarto periodo è aggiunto il seguente: Il limite temporale di cui al primo periodo, nelle more della presa in carico di cui al presente comma, non si applica ai nuclei familiari che in ragione della loro caratteristiche sono stati comunque trasmessi ai servizi sociali per la presa in carico tramite la piattaforma di cui all’articolo 6, comma 3, del decreto – legge 28 gennaio 2019, n. 4 convertito con modificazioni dalla legge. 28 marzo 2019, n. 26, fermo restando la comunicazione della effettiva presa in carico entro il predetto termine del 30 novembre 2023“.

Come chiedere la presa in carico ai servizi sociali

Ebbene, terminate le sette mensilità, i percettori occupabili vedono sospendere l’erogazione del reddito di cittadinanza in attesa che l’Inps controlli se siano stati o meno affidati ai servizi sociali.

A tal fine è necessario che i soggetti interessati richiedano un appuntamento preso la sede dei Servizi Sociali più vicina e presentino apposita documentazione in grado di dimostrare il loro stato di fragilità. Come spiegato dall’Inps con il messaggio numero 2835 del 31 luglio 2023, d’altronde:

“la presa in carico da parte dei servizi sociali non riguarda tutti coloro che hanno già fruito delle sette mensilità del reddito di cittadinanza, ma solo chi si trova in una situazione di particolare disagio sociale e che sia difficilmente inseribile in un percorso di attivazione lavorativa. Per loro è possibile iniziare o proseguire un percorso già avviato con i servizi sociali e, se presi in carico dai servizi sociali attraverso l’avvio con l’analisi preliminare della definizione del percorso di inclusione sociale, potranno continuare a ricevere il beneficio fino a dicembre 2023. A loro, come anche ai nuclei di percettori di Rdc, al cui interno vi siano persone disabili, minorenni, ultrasessantenni, è potenzialmente destinata la nuova misura dell’assegno di inclusione (ADI), a decorrere dal 1° gennaio 2024, quale misura di contrasto alla povertà, fragilità ed esclusione sociale. Per gli altri, dal 1° settembre 2023, è stata istituita la nuova misura del Supporto per la Formazione e per il Lavoro (SFL)”.

In caso di dubbi, comunque, si consiglia di rivolgersi agli uffici territoriali di competenza per ottenere maggiori informazioni in merito alle modalità da seguire per essere presi in carico dai servizi sociali e continuare così a beneficiare del sussidio targato Movimento 5 Stelle.