La legge di bilancio 2024 ha portato con sé delle novità per l’IVIE (imposta sul valore immobili all’estero) e l’IVAFE (imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero). L’Agenzia Entrate, in una recente circolare esamina le novelle ma solo con riferimento all’IVAFE e nessuna parola è spesa, invece, per l’IVIE.

Quest’ultima la possiamo definire come una sorta di IMU che deve pagare nella casse del fisco italiano il contribuente “italiano” che possiede immobili all’estero.

In dettaglio, sono soggetti passivi IVIE, le persone fisiche proprietarie di fabbricati, aree fabbricabili e terreni a qualsiasi uso destinati, compresi quelli strumentali per natura o per destinazione destinati ad attività d’impresa o di lavoro autonomo. La devono pagare anche:

  • i titolari dei diritti reali di usufrutto, uso o abitazione, enfiteusi e superficie sugli stessi;
  • i concessionari, nel caso di concessione di aree demaniali;
  • i locatari, per gli immobili, anche da costruire o in corso di costruzione, concessi in locazione finanziaria.

A decorrere dal 2020, sono soggetti passivi di tale imposta anche gli enti non commerciali e le società semplici, in nome collettivo e in accomandita semplice, residenti in Italia, che sono tenuti agli obblighi di dichiarazione per gli investimenti e le attività.

IVIE, aumento dal 2024

L’IVIE la si liquida in dichiarazione redditi e segue gli stessi termini di scadenza previsti per l’IRPEF. Le aliquote, prima delle novità previste dalla legge di bilancio 2024, erano pari a:

  • 0,76% del valore degli immobili (aliquota ordinaria)
  • 0,4%, se trattasi di abitazione principale di categoria catastale di lusso, ossia A/1, A/8 e A9 (aliquota ridotta).

Per l’abitazione principale NON di lusso e pertinenze, dal 2016, non è dovuta. L’imposta non è dovuta nemmeno per la casa coniugale assegnata al coniuge, a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio.

La legge di bilancio 2024 ha innalzato l’aliquota ordinaria IVIE dallo 0,76% all’1,06%, lasciano inalterata quella dello 0,4%.

L’IVAFE, come cambia dal 2024

Passando all’IVAFE, si tratta dell’imposta dovuta dalle persone fisiche residenti in Italia che detengono all’estero prodotti finanziari, conti correnti e libretti di risparmio. Dal 2020 è dovuta anche dagli enti non commerciali e le società semplici, residenti in Italia, che sono tenuti agli obblighi di dichiarazione per gli investimenti e le attività.

Prima della manovra di bilancio 2024, l’IVAFE era dovuta con aliquota pari al 2 per mille per i prodotti finanziari. Invece, per i conti correnti e i libretti di risparmio, l’imposta è nella misura fissa di 34,20 euro per ciascun conto corrente o libretto di risparmio.

Nella Circolare n. 3/2024, l’Agenzia Entrate ricorda che a decorrere dal 2024 l’aliquota da applicare sul valore dei prodotti finanziari per calcolare l’IVAFE dovuta è stabilita nella misura del 4 per mille annuo, solo se tali prodotti sono detenuti in Stati o territori aventi un regime fiscale. In tutti gli altri casi resta del 2 per mille. Così come resta ferma che l’imposta è fissa in 34,20 euro per i conti correnti e i libretti di risparmio.

Riassumendo

  • l’IVIE e l’IVAFE si liquidano in dichiarazione redditi
  • l’IVIE è sugli immobili detenuti all’estero
  • l’IVAFE sui prodotti finanziari, libretti e conti detenuti all’estero
  • la legge di bilancio 2024 innalza all’1,06% l’aliquota IVIE ordinaria e al 4 per mille l’IVAFE sui prodotti finanziari detenuti in Paesi a fiscalità privilegiata
  • nella Circolare Agenzia Entrate la novità sull’IVAFE.