Ci sono giornali e siti che parlano di ritorno della Legge Fornero e di Governo Meloni che farà rimpiangere la riforma del Governo Monti di allora. L’esagerazione non è mai una soluzione e noi non ci allineiamo certo. Una cosa sicura però è che le misure che il Governo meloni ha deciso di varare non sono migliorative per quanto riguarda la possibilità di andare in pensione degli italiani. Ma non è certo questo Governo che ha portato le pensioni di anzianità a sfiorare i 43 anni di contributi o la pensione di vecchiaia a 67 anni.

In effetti, però, nel sistema pensionistico italiano andare in pensione in giovane età non è facile come lo era in passato. E non sarà facile nel 2024 perché nulla al riguardo è stato introdotto dalla Legge di Bilancio. Oggi rispondendo al quesito di un nostro lettore, metteremo in evidenza quali sono queste difficoltà a centrare la pensione a 60 anni.

“Buongiorno, il mio nome è Paolo e sono di Cantù. L’anno prossimo compio 60 anni di età. Lavoro in una falegnameria da quando avevo 21 anni e praticamente in maniera ininterrotta. Mi chiedevo se a 60 anni posso avere qualche possibilità di andare in pensione visto che qualcuno di mia conoscenza in passato ci è riuscito. Grazie mille e a risentirci presto.”

Come raggiungere la pensione a 60 anni di età e quali misure lo permettono

La nuova quota 103 del Governo Meloni nel 2024 avrà il ricalcolo contributivo della prestazione come novità. Perché come requisiti serviranno sempre almeno 62 anni di età ed almeno 41 anni di contributi. L’Ape sociale resta fruibile da poche categorie di lavoratori con 63 anni e 5 mesi di età almeno e 36 anni di contributi minimi da centrare.

Per il resto, pensione di vecchiaia ordinaria a 67 anni di età con 20 anni di contributi e pensione anticipata contributiva con 64 anni di età e 20 anni di versamenti. Questo significa che a 60 anni come il nostro lettore ci chiede, non è possibile andare in pensione? Il dubbio viene se si pensa a questi requisiti nettamente peggiorati nel tempo dopo l’avvento della riforma Fornero.

Basti pensare che prima del 2012 (anno di entrata in vigore della legge Fornero, 60 anni di età bastavano con 35 anni di contributi e la quota 96 completata. Ma a 60 anni anche adesso si può andare in pensione. Solo le donne con Opzione donna o con l’invalidità pensionabile. Oppure per tutti, raggiungendo l’età contributiva utile alle pensioni anticipate distaccate dai limiti di età o rientrando, in qualità di precoci, nella relativa quota 41.

La pensione anticipata ordinaria, peggio delle vecchie pensioni di anzianità e a 60 anni è davvero complicato centrarle

Rimpiangere la legge Fornero solo perché la quota 103 diventa una misura contributiva? Oppure perché l’Ape sociale si sposta di 5 mesi in avanti arrivando a 63,5 anni di età? Esagerazione dicevamo, perché prima del 2012 bastavano 40 anni di contributi per poter accedere alla pensione senza limiti di età. Erano le vecchie pensioni di anzianità, che la Fornero ha cancellato e sostituito con le pensioni anticipate. Per queste ultime, le donne devono raggiungere i 41,10 anni di contributi, gli uomini 42,10.

Prima, con le pensioni di anzianità, bastava aver iniziato a lavorare a 20 anni ed una volta raggiunti i 60 anni, la pensione poteva diventare realtà. Evidente il peggioramento della situazione. Perché adesso possono accedere alla pensione a 60 anni solo coloro i quali hanno iniziato a lavorare intorno ai 17 anni. Difficile soprattutto perché serve pure una carriera continua ed ininterrotta per circa 43 anni per gli uomini.

Il nostro lettore rappresenta il tipico esempio di lavoratore, che pur con una carriera lunga e continua (iniziata a 21 anni di età), a 60 anni non potrà ancora andare in pensione. Lui avrà bisogno di altri 2 anni di lavoro almeno, e quindi ipotizziamo che proseguendo la sua attività, potrebbe andare in pensione nel 2026 intorno ai 62 anni.

La quota 41 meglio per le uscite a 60 anni

Un calcolo sulla possibile uscita del nostro lettore, che però potrebbe essere anticipato se riesce ad entrare nella quota 41. Anche se non avendo lo status di precoce, il nostro lettore non potrà rientrarvi in nessun caso. Per rientrare nella quota 41 come precoci, bisogna raggiungere almeno i 41 anni di contributi. E almeno uno deve essere antecedente il 19imo anno di età.

Questo il principio che riguarda i precoci. Che però può agevolare l’uscita a 60 anni dal momento che basta aver iniziato a lavorare a 18 anni. Anzi, chi da 18 anni ha avuto una carriera continua e senza stop, può uscire addirittura a 59 anni. Ma la quota 41 per tutti non è una misura attiva per tutti. Infatti serve rientrare in almeno una delle 4 categorie previste e che sono:

  • invalidi;
  • caregiver;
  • disoccupati;
  • addetti alle mansioni gravose.

E ogni categoria ha i suoi requisiti aggiuntivi. Infatti gli invalidi devono avere un grado di disabilità certificato non inferiore al 74%. Il caregiver deve avere iniziato ad assistere un familiare invalido grave con cui convive, da almeno 6 mesi. Per i disoccupati invece, serve aver completato di prendere la Naspi da almeno 3 mesi prima di presentare domanda di pensione. Il lavoro gravoso in una delle solite 15 attività previste invece deve essere stato svolta da non meno di 6 degli ultimi 7 anni o da 7 degli ultimi 10 anni di carriera.

Donne agevolate, ma non troppo per lasciare il lavoro a 60 anni

Come dicevamo, per le donne alcune occasioni in più ci sono di lasciare il lavoro a 60 anni. Basti pensare che una lavoratrice che viene riconosciuta invalida in misura pari ad almeno l’80%, può lasciare il lavoro anche a 56 anni, aspettando però 12 mesi di finestra. L’invalidità deve essere specifica e non generica, cioè invalidità pensionabile e non invalidità civile.

Opzione donna invece è un’altra misura che consente il pensionamento a 60 anni.

Possono accedervi adesso le caregiver, le invalide, le disoccupate e le lavoratrici assunte in aziende con tavoli di risoluzione della crisi avviati in sede Ministeriale (significa lavoratrici di grandi aziende come interesse nazionale).

Infatti Opzione donna 2023 riguarda solo queste lavoratrici, che possono uscire anche a 58 anni in determinati casi. Nel 2024 la misura sembra sarà ancora attiva, anche se probabilmente si partirà dai 61 anni.