Nel 2015 esistono ancora discriminazioni in sede di colloquio di lavoro in base al sesso? Purtroppo sembrerebbe proprio di si e non si tratta di pregiudizi infondati ma dei risultati di una candid camera il cui video è diventato virale in rete in pochi giorni.   La pubblicità progresso ‘Punto su di te’, ideata da Havas Media Group e Mec, ha spiato quello che succede dietro le quinte di un colloquio di lavoro denunciando le differenze di trattamento nei confronti dei candidati in base al sesso.

Gli ultimi dati confermano peraltro che la disparità di trattamento non si limita al momento del colloquio di lavoro ma perdura anche in fase contrattuale: nella stessa posizione il divario salariale può arrivare anche al 30%. Mantenere la posizione dopo la maternità non è facile: secondo le statistiche 1 donna su 4 abbandona il lavoro dopo il primo figlio.

Colloqui di lavoro con telecamere nascoste: essere donna è una discriminante?

L’attrice complice dell’inchiesta si è presentata ai colloqui prima come Anna e poi, dopo essersi sottoposta ad un trucco professionale, nelle vesti di un uomo, alias Claudio. Curriculum ed esperienza erano gli stessi ma la discriminante era il sesso. La sorpresa arriva al momento della reazione del selezionatore di fronte alle aspettative di guadagno richieste dai due candidati. Il messaggio finale è chiaro: “essere una donna è ancora un mestiere complicato. Diamogli il giusto valore”. Se siete d’accordo con la necessità di dare il giusto valore alle donne nei colloqui di lavoro e nel tratt