Chiudere la partita IVA: quando è evasione fiscale

Chiudere la partita IVA è un diritto ma attenzione perchè in alcuni casi può essere considerato un comportamento sospetto e diventare indizio di evasione fiscale
9 anni fa
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Chiudere la partita IVA è ovviamente un diritto di tutti i liberi professionisti e i lavoratori autonomi. Tuttavia sussistono ipotesi in cui questa operazione viene effettuata con intenti fraudolenti e configura evasione fiscale. Esemplare da questo punto di vista è il caso recente che ha visto protagonista un avvocato di Ragusa i cui beni sono stati sottoposti la scorsa settimana a sequestro preventivo per un valore complessivo di 400 mila euro. L’evasione fiscale accertata riguarda i periodi di imposta 2011, 2012 e 2013.

Chiudere la partita IVA e aprirne subito un’altra è lecito?

Nel caso di specie la Guardia di Finanza ha riscontrato che il professionista aveva presentato infedeli dichiarazioni nel modello unico omettendo di specificare elementi attivi e, nello specifico, corrispettivi di prestazioni professionali per circa 1.800.000 euro. Gli importi sono stati desunti dal controllo delle operazioni di versamento o prelievo non giustificate sui conti correnti intestati all’imputato. La decisione di chiudere la partita IVA, il 30 aprile del 2014, in questo contesto è stata interpretata come un tentativo di eludere la pretesa dell’Erario e gli accertamenti fiscali della guardia di finanza. Con la chiusura della partita IVA, in particolare, il professionista rappresentante legale dello studio legale associato aveva cercato di evitare possibili responsabilità penali e fiscali. Subito dopo infatti aveva ripreso a svolgere la professione con

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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Per l’accertamento del requisito di inabilità al 100% è necessario sottoporsi a visita INPS e ottenere quindi il rilascio del verbale sanitario nel quale è indicata la minorazione fisica o psichica. La procedura da seguire per la richiesta dell’indennità di accompagnamento all’INPS si articola nei seguenti step: acquisizione dal medico di base del certificato medico introduttivo con il codice allegato, da inserire nella domanda di accertamento sanitario; invio della domanda di accertamento sanitario all’INPS tramite il servizio “Invalidità civile - Procedure per l’accertamento del requisito sanitario (InvCiv2010)”; invio da parte dell’INPS del verbale di invalidità civile tramite raccomandata AR o a mezzo PEC. Una volta ricevuto il verbale con il riconoscimento dell’invalidità al 100%, il cittadino deve presentare il modulo AP70 utilizzando il servizio “Invalidità civile - Invio dati socio-economici e reddituali per la concessione delle prestazioni economiche”. Una volta ottenuto il certificato medico introduttivo e il codice allegato, la domanda per ricevere l’assegno di accompagnamento si presenta online all’INPS attraverso il servizio dedicato oppure tramite enti di patronato o associazioni di categoria dei disabili.
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