L’incremento dei casi di separazione tra coppie sposate pone spesso la questione di chi debba assumersi le responsabilità finanziarie relative agli immobili condivisi, in particolare per quanto riguarda il pagamento dell’IMU, l’Imposta Municipale Propria. La situazione si complica ulteriormente quando la casa coniugale viene assegnata all’ex moglie, che continua a risiedervi con i figli, pur essendo la proprietà a nome dell’ex marito. Questo scenario solleva inevitabilmente interrogativi su chi debba effettivamente pagare l’IMU.

La normativa attuale cerca di rispettare le esigenze abitative del coniuge più vulnerabile, spesso colui che si prende cura dei figli, offrendo un trattamenti fiscali favorevoli anche per l’altro coniuge.

Questa politica mira a garantire una certa stabilità abitativa ai minori coinvolti nelle separazioni, evitando ulteriori disagi economici per il genitore affidatario. Tuttavia, è sempre consigliabile consultare un esperto legale o fiscale per affrontare le specificità di ogni caso particolare, in modo da navigare correttamente tra le complessità delle leggi tributarie in materia di separazioni e assegnazioni immobiliari.

L’abitazione principale: definizione IMU

Per affrontare questa questione dell’IMU 2024 coniugi separati, è fondamentale comprendere la definizione di “abitazione principale” ai fini dell’IMU. Un’abitazione principale è definita come il luogo in cui una persona ha la sua residenza abituale e permanente.

La legge sull’IMU (commi da 738 a 783 legge bilancio 2020) prevede l’esenzione dal tributo per l’abitazione principale, a meno che non si tratti di una proprietà classificata come di lusso, ovvero di categoria catastale A/1, A/8 o A/9. In questi casi, l’IMU è dovuta, ma si applica un’aliquota ridotta e una detrazione di 200 euro.

Si considerano poi pertinenze dell’abitazione principale solo quelle di categoria catastale C/2, C/6 e C/7, nel limite massimo di tre ciascuna appartenente alle predette categorie.

IMU 2024 coniugi separati: chi paga?

Nel contesto specifico delle separazioni, la legge di bilancio 2020 al comma 741 ha introdotto norme specifiche per i casi in cui un immobile viene assimilato all’abitazione principale.

In particolare, si considera come tale la “casa familiare assegnata al genitore affidatario dei figli a seguito di un provvedimento giudiziario”. Ciò significa che la casa diventa, ai fini dell’IMU, l’abitazione principale del coniuge affidatario.

L’obbligo di pagamento dell’IMU, quindi, ricade sul coniuge a cui è stata assegnata la casa e che ha l’affidamento dei figli. Questo perché, nonostante il titolo di proprietà possa essere a nome dell’altro coniuge, il diritto di abitazione e l’effettiva residenza sono attribuiti al coniuge affidatario. Pertanto, è quest’ultimo a essere considerato il soggetto passivo dell’IMU.

Pertanto, per l’IMU 2024 relativa ai coniugi separati, se l’abitazione assegnata è di categoria non di lusso, il coniuge affidatario gode dell’esenzione dall’IMU. Se, invece, l’immobile è di categoria di lusso, nonostante l’assegnazione, l’IMU è dovuta e deve essere pagata dal coniuge affidatario. In caso di mancato pagamento, la responsabilità ricade interamente su di lui. Le regole si applicano anche sulle pertinenze.

Riassumendo

  • l’IMU abitazione principale si applica diversamente a seconda della categoria catastale
  • c’è esenzione IMU per abitazioni non di lusso
  • prevista normativa specifica per abitazioni assegnate a coniugi separati con figli.
  • il coniuge affidatario della casa e dei figli diventa il soggetto passivo obbligato al pagamento dell’IMU.
  • importante consultare un esperto per navigare le implicazioni fiscali delle separazioni.