Gli uomini sembrano nati con un debito che non riescono mai a pagare, per quanto ci diano sotto. Il debito cresce sempre davanti ai loro occhi“, affermava John Steinbeck. Parole che sembrano, purtroppo, rispecchiare appieno la situazione del debito pubblico italiano e dei vari debiti dei cittadini nei confronti del Fisco.

Una situazione indubbiamente poco piacevole. Soprattutto per quelle famiglie che non riescono ad adempiere ai propri obblighi nei confronti dello Stato perché duramente colpiti dalla crisi finanziaria in atto.

Da qui la decisione del Governo Meloni di venire incontro alle esigenze dei propri cittadini grazie a una nuova tregua fiscale, così come prevista dalla Legge di Bilancio 2023.

Manovra 2023, cancellazione e rateizzazione cartelle esattoriali

La pace fiscale voluta dal nuovo Governo prevede la cancellazione, a partire dal prossimo 31 marzo 2023, delle cartelle fino al 2015 di importo inferiore a mille euro. È possibile, inoltre, beneficiare della rateizzazione fino a cinque anni dei pagamenti non effettuati nel corso del 2022. Il tutto senza aggravio di ulteriore sanzioni e interessi per chi, a causa dell’aumento dei prezzi e del Covid, non è riuscito a saldare i debiti verso il Fisco.

Chi aveva aderito alla rottamazione Ter entra di diritto alla Quater?

Lo scorso 5 dicembre scadevano le rate 2022 della rottamazione Ter. Chi non ha provveduto al relativo pagamento è decaduto dalla rottamazione. Ebbene, quest’ultimi possono sfruttare per tali debiti la rottamazione Quater, così come previsto dalla Legge di bilancio 2023. Entrando nei dettagli, come si evince dal comma 244 dell’articolo 1 della Legge 29 dicembre 2022, n. 197:

“In caso di mancato ovvero di insufficiente o tardivo versamento, superiore a cinque giorni, dell’unica rata ovvero di una di quelle in cui è stato dilazionato il pagamento delle somme di cui al comma 232, la definizione non produce effetti e riprendono a decorrere i termini di prescrizione e di decadenza per il recupero dei carichi oggetto di dichiarazione. In tal caso, relativamente ai debiti per i quali la definizione non ha prodotto effetti, i versamenti effettuati sono acquisiti a titolo di acconto dell’importo complessivamente dovuto a seguito dell’affidamento del carico e non determinano l’estinzione del debito residuo, di cui l’agente della riscossione prosegue l’attività di recupero”.

Quindi, chi aveva aderito alla rottamazione Ter ma non ha pagato le rate del 2022 perde lo sconto su sanzioni e interessi di mora.

Anche se questo era precedentemente garantito. Gli importi già versati sono considerati come acconto rispetto ai debiti originari, con quest’ultimi che potranno rientrare nella rottamazione Quater.