A quanto ammontano i bonus edilizi da cessione del credito o sconto in fattura incagliati o comunque in attesa di essere accettati dal cessionario? A tale domanda ha risposto il Ministero dell’economia e delle Finanze in Commissione finanze alla Camera.

Le misure prese di recente dal Governo in materia di cessione del credito sembrano non  funzionare. Vedi ad esempio la possibilità di quarta cessione o la chance riconosciuta alle banche cessionarie dei crediti di imposta per interventi legati al cd.

Superbonus di utilizzare, in tutto o in parte, detti crediti per sottoscrivere emissioni di Buoni del Tesoro Poliennali.

Infatti, ad analizzare i numeri comunicati dal MEF, il mercato della cessione del credito non è proprio ripartito e si avverte la necessità di un nuovo intervento da parte del Governo.

Crediti incagliati. Sono circa 7 miliardi

In base ai dati comunicati dal MEF in Commissione Finanze alla Camera, i crediti incagliati o comunque presenti nel cassetto fiscale in attesa di un’accettazione (da parte del cessionario), ammontano a circa 7 miliardi. Addirittura più di 4 mld, sono riconducibili al superbonus.

Come da intervento del MEF, i numeri citati, rilevati alla data del 10 luglio, individuano l’ammontare dei crediti d’imposta da bonus edilizi ceduti (da cessione del credito e sconto in fattura) e non ancora accettati dopo 30 giorni. I dati sono distinti per annualità e tipologia di bonus.

Al riguardo, il MEF fa presente che:

i dati si riferiscono alle cessioni dei crediti e agli sconti in fattura comunicati dai cedenti all’Agenzia delle entrate, per i quali i cessionari e i fornitori, decorsi 30 giorni, non hanno ancora comunicato all’Agenzia la volontà di accettarli o rifiutarli; tali crediti, per i quali è stata comunicata la cessione – seppur non ancora accettata dal cessionario – non vanno considerati come crediti «incagliati»; le cessioni comunicate alla piattaforma dell’Agenzia sono, infatti, quelle per le quali il cedente ha già individuato la controparte.

Inoltre, il MEF mette l’accento sul fatto che:

  • le disposizioni di riferimento non prevedono un termine entro cui il cessionario debba comunicare all’Agenzia delle entrate l’accettazione o il rifiuto del credito;
  • l’Agenzia non può intervenire sulla volontà del cessionario di accettare o rifiutare il credito ceduto;
  • l’Agenzia non è a conoscenza di quali e quante delle cessioni in attesa di accettazione derivino da comunicazioni errate, che i cessionari sono tenuti a rifiutare.

Si ponga attenzione al fatto che i dati non comprendono i crediti già acquistati e accettati da cessionari e fornitori, che tali soggetti non riescono a cedere a terzi e per i quali, dunque, non è stata ancora effettuata alcuna comunicazione all’Agenzia. Dunque, quest’ultimi, di cui non si conosce a oggi l’ammontare aggiornato, sono i veri crediti incagliati.

Cessione del credito. Il Governo potrebbe adottare nuove misure

Alla luce della situazione sopra descritta, è chiaro che le misure fino a oggi adottate dal Governo non bastano per risollevare la situazione in cui si trova il mercato della cessione del credito. I troppo interventi normativi che si sono succeduti nel giro di pochi mesi, hanno tolto appeal ad un sistema che invece avrebbe potuto avere tutte le carte in regola per funzionare. Con la cessione del credito, c’è anche il rischio di essere considerati imprenditori.

Detto ciò, il MEF, nello stesso intervento in parola, ha preannunciato nuovi possibili interventi da parte del Governo. Ricordando la recente novità in materia di cessione del credito con il quale è stata riconosciuta alle banche cessionarie dei crediti di imposta per interventi legati al cd. Superbonus di utilizzare, in tutto o in parte, detti crediti per sottoscrivere emissioni di Buoni del Tesoro Poliennali. Buoni con scadenza non inferiore a dieci anni.

Tale sottoscrizione può essere effettuata nel limite del 10% della quota annuale che eccede i crediti di imposta sorti a fronte di interventi legati al superbonus e già utilizzati in compensazione. Solo se il cessionario ha esaurito la propria capienza fiscale nello stesso anno. In ogni caso, il primo utilizzo può essere effettuato in relazione alle emissioni effettuate a partire dal 1° gennaio 2028.

A ogni modo, il Ministero ha confermato l’impegno del Governo a monitorare costantemente l’evoluzione del contesto di riferimento. A parere di chi scrive invece, la situazione sembra non essere tra i primi pensieri della Meloni.

Riassumendo…

  • I crediti bloccati nel cassetto fiscale in attesa di un’accettazione ammontano a circa 7 MLD;
  • il mercato della cessione del credito a oggi è ancora in una fase di stallo;
  • il Governo, monitora la situazione e valuta possibili interventi, secondo quanto dice il MEF.