Oltre alla riforma delle pensioni anche la riforma fiscale è una delle cose che maggiormente interessano gli italiani. E se la riforma delle pensioni è un cantiere che ancora deve partire ufficialmente dal momento che le difficoltà spesso sono tante, sulla riforma fiscale il Governo è molto più avanti. Infatti è già stata approntata una legge delega con diverse novità di carattere fiscale che partono dalle nuove aliquote e dai nuovi scaglioni IRPEF, e che finiscono con novità importanti sulle cartelle esattoriali.

La situazione debitoria della popolazione italiana è sempre ai massimi livelli.

E nonostante i ripetuti interventi di sanatoria delle cartelle esattoriali, sono ancora tanti i contribuenti che hanno a che fare con queste problematiche. E nella riforma del fisco alcuni provvedimenti sono molto attesi. Un esempio lampante è quello che riguarda la possibilità di godere di rateizzazioni più lunghe sulle cartelle esattoriali.

“Gentile redazione, vi scrivo per chiedere novità riguardo le cartelle esattoriali con la riforma fiscale. Ho molti debiti e vorrei rientrare. Ma non con la rottamazione delle cartelle che prevede rate impossibili da pagare per me dal momento che sono trimestrali e diventerebbero ingenti come importo già con la prima di luglio. Meglio per me sarebbero le rate ordinarie, soprattutto se davvero sembra che ci sia la possibilità adesso di sfruttare 120 rate mensili”

Riforma del fisco e novità in materia cartelle esattoriali con 120 rate

Nella riforma fiscale ormai allo stato avanzato, in materia di debito fiscale per i contribuenti potrebbe arrivare una grande novità. Pare che siano oltre 170 milioni le cartelle che sono in banca dati dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, ma potenzialmente non più incassabili o quanto meno inesigibili. Ed ecco che avanza l’ipotesi di aprire a delle rateizzazioni più facili da concedere, e soprattutto, più lunghe come durata. Infatti pare potrebbe arrivare una dilazione da 10 anni, con 120 rate mensili.

E per contribuenti con debiti elevati, una rata mensile e 10 anni di dilazione, sarebbero più favorevoli rispetto ai soli 5 anni della rottamazione, che tra l’altro prevede rate trimestrali (massimo 18 rate) di cui la prima a luglio 2023.

In sostanza, ipotizzando un contribuente con 20.000 euro di cartelle pendenti, dovrebbe pagare subito a luglio 2.000 euro ed altri 2.000 a novembre. Le prime due rate della rottamazione infatti devono coprire ognuna il 10% del debito totale (il 20% insieme). Con una dilazione a 10 anni invece anche se il debito non viene scontato di sanzioni e interessi, è evidente che si parli di rate da 200 euro l’una o poco più. Senza considerare poi che con il rateizzo classico, il mancato pagamento di alcune rate, non fa decadere il contribuente dal piano dilazionatorio. Con la rottamazione, anche una sola scadenza non rispettata, fa perdere il diritto all’intera definizione agevolata (la scadenza di ogni rata ha 5 giorni di tolleranza).

Riscossione, si cambia, ecco cosa c’è in cantiere con la riforma del fisco

Nel grande progetto di una riforma della riscossione, con l’obbiettivo di ridurre l’attuale magazzino crediti che consta di 1.153 miliardi di euro e ben 174 milioni di cartelle, ecco che si cercano soluzioni. E una di questa, che mira a favorire i contribuenti che vogliono pagare, è quella dell’estensione delle rateizzazioni. Nella riforma fiscale in materia di cartelle esattoriali sono tre i grandi punti di intervento e cioè:

  • Superamento del “ruolo”;
  • Più facile accesso a piani di dilazione con periodo di dilazione più lungo e decennale;
  • Estensione del termine di efficacia degli atti.

Per quanto detto il nostro lettore potrebbe essere accontentato e potrebbe così rientrare del debito come a lui sembra più congeniale. Per le cartelle esattoriali però, dal punto di vista degli importi, una cosa è la rottamazione e un’altra cosa è la rateizzazione. Con quest’ultima infatti non si ottengono sconti particolari.

Anzi, in linea di massima e come accade per qualsiasi pagamento a rate, il debito aumenta degli interessi di dilazione. Con la rottamazione il contribuente godrebbe di sconti su sanzioni, interessi per ritardata iscrizione a ruolo, interessi di mora e aggi di riscossione. In buona sostanza, con la rottamazione il contribuente resterebbe a debito per quello che può essere considerato solo il capitale della cartella. In altri termini, solo la tassa, l’imposta o il tributo evaso, oppure solo il corrispettivo per la multa non pagata se si tratta di violazioni del Codice della Strada, per esempio.