Il calcolo dei contributi senza arrotondamento rischia di allontanare la pensione dei lavoratori statali, docenti in primis. L’ultima circolare del Miur ha ribadito il superamento dell’arrotondamento dell’anzianità contributiva per frazione di mese che è stato introdotto con l’articolo 59 della legge 449/1997 ed è stato valido fino al 2012 per tutti gli iscritti alle gestioni esclusive dell’A.G.O e per gli iscritti al Fondo speciale per il personale dipendente dalle Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A. e al Fondo di quiescenza Poste.

Per i contribuenti pubblici infatti la contribuzione è calcolata in anni, mesi e giorni. La circolare chiarisce che questa possibilità è venuta meno con la Legge Fornero: il calcolo del contributi per le pensioni dei dipendenti statali non può più beneficiare dell’arrotondamento dei 41 anni e 10 mesi di contributi a 41 anni 9 mesi e 16 giorni di servizio (oppure i 42 anni e 10 mesi a 42 anni, 9 mesi e 16 giorni di servizio se uomini). Pensioni scuola 2016: requisiti e regole per i docenti  

Calcolo contributi senza arrotondamento: ecco chi penalizza

Questa misura penalizza soprattutto docenti e personale scolastico che, grazie all’arrotondamento, speravano di andare in pensione entro il 1° settembre 2016 e che, invece, dovranno attendere ancora un anno. Anche pochi giorni di servizio in meno possono fare la differenza. Per gli altri dipendenti pubblici le conseguenze sono minori perché l’esigenza di dover recuperare i giorni di servizio mancanti al raggiungimento dei contributi non determina lo slittamento di un anno della pensione.

Pensione docenti: la riforma Fornero ha abolito l’arrotondamento?

Ma la Legge Fornero ha abolito l’arrotondamento nel calcolo dei contributi? Il problema nasce proprio dal fatto che, analizzando letteralmente il testo, non si trova un’abrogazione espressa. Resta peraltro la possibilità per le insegnanti di accedere all’opzione donna che, di fatto, fa salvi i vecchi requisiti di pensionamento.