Riportiamo quella che più che una richiesta di consulenza, ci appare una lettera di sfogo di una lettrice che ci permette però di chiarire alcuni concetti base sui bonus:

 

“Gentile redazione, vedo in giro e leggo che molti italiani sono in vacanza in questi giorni, godendosi le ferie dopo la crisi Covid che, evidentemente, per alcuni fortunati è già un ricordo. Certo molti partono grazie al bonus vacanza: ma chi non ha soldi per le vacanze o non può farsi le ferie perché l’attività deve restare aperta per recuperare la chiusura forzata del lockdown? Vivo a Roma e ho due figli che quest’anno, bonus vacanza o no, non posso portare fuori al mare. Io lavoravo saltuariamente nel settore dell’organizzazione eventi, quindi potete ben capire che da marzo non ho entrate. Mio marito ha una piccola attività commerciale che trovandosi in prossimità delle scuole, e contando molto sulla vendita di materiale per studenti, ha subito pesantemente la chiusura per il Covid. Ora a fatica si sta reinventando e sta cercando di ripartire ma non possiamo permetterci ferie, né come spesa né come giorni fuori Roma. E mentre vedo famiglie che si lamentavano della crisi fino a poche settimane fa, partire per le vacanze con il bonus (che di certo non copre tutta la spesa extra all’alloggio), mi chiedo perché non potrei usufruirne io per far trascorrere una giornata al mare ai miei figli senza allontanarmi troppo o dormire fuori. Ovviamente con importo ridimensionato ma perché, se torno a dormire a casa, non posso usare il bonus per andare al mare o in piscina con i miei figli o per portarli a mangiare una pizza fuori? Secondo me è paradossale e rischia di essere discriminatorio per chi, e credo che non siamo l’unica famiglia, non può permettersi la vacanza, con o senza bonus”.

Bonus vacanza: può servire anche per i servizi extra?

Di questo argomento c’eravamo in parte occupati rispondendo a chi ci chiedeva se il bonus vacanze potesse includere anche servizi extra come noleggio ombrelloni, bici etc.

La vacanza, infatti, non si compone solo dell’hotel o del costo per dormire.
In un primo momento era stato chiarito che con il bonus vacanza si potesse coprire solo il costo dell’alloggio. Successivamente è stata introdotta una parziale apertura, senza smentire la posizione di cui sopra: possono essere inglobati nel bonus vacanza alcuni servizi extra offerti dall’hotel insieme all’alloggio, purché inseriti in fattura.

Diverso è il discorso per servizi tipici dell’estate ma richiesti autonomamente, senza alloggio. Pensiamo, come nel caso di chi ci scrive, al noleggio di ombrelloni etc. Le considerazioni che la lettrice ci riporta possono essere umanamente condivisibili, soprattutto se si tiene conto di quanto costa trascorrere una giornata al mare con la famiglia, visto l’aumento dei prezzi medi.

Tuttavia il bonus vacanza non nasce solo per permettere alle famiglie di partire ma anche, parallelamente, per sostenere hotel e strutture ricettive che aderiscono nella ripartenza dopo la chiusura forzata. Visto che il numero di turisti stranieri, a causa della situazione di crisi perdurante, è sceso drasticamente, la riapertura deve coinvolgere soprattutto i turisti italiani.

Del resto la stessa ratio si ritrova alla base della proposta del bonus ristoranti nel decreto agosto. In quest’ottica al massimo si sarebbe dovuto introdurre un bonus ombrellone per concedere a tutti il diritto di una giornata al mare e aiutare al tempo stesso i gestori degli stabilimenti balneari. Più che di discriminazione quindi (anche perché possiamo citare il reddito di emergenza come aiuto alle famiglie più in difficoltà). Sarebbe come dire che il bonus auto discrimini che non può permettersi di comprare una macchina.

Si tratta, piuttosto, di un problema di copertura economica: la coperta è sempre troppo corta per accontentare tutti.

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“Visto il sempre crescente numero di persone che ci scrivono vi chiediamo di avere pazienza per la risposta, risponderemo a tutti.
Non si forniscono risposte in privato.”