Per quale motivo si ha diritto al bonus mamme lavoratrici solo con il tempo indeterminato e qual è l’importo massimo? Come canta Anna Tatangelo: “Qui c’è qualcuno che bussa, ma non alla porta, è dentro di me. Sento la mia adrenalina salire salire ancora più su, mentre un profumo di mamma si ferma quaggiù. Già sento battere il suo cuore, arriva il frutto dell’amore”.

Fin dal momento in cui una donna scopre di essere in dolce attesa, matura dentro di lei il senso materno e di protezione verso il figlio.

Si tratta, d’altronde, del sentimento più forte al mondo e che mai niente e nessuno può spezzare.

Bonus mamme lavoratrici con figli: perché spetta solo con l’indeterminato e qual è l’importo massimo

Anche se “brutto a dirsi”, nella vita non bastano solamente i buoni propositi e l’amore. Oltre all’affetto che lega ogni genitore al proprio figlio, infatti, si deve fare necessariamente i conti con tutta una serie di questioni di ordine pratico. A partire dall’alimentazione fino ad arrivare all’istruzione, ad esempio, sono tanti i costi da dover sostenere. Proprio in tale ambito ricopre un ruolo importante il lavoro che ci permette di ottenere il denaro necessario per sostenere le varie spese.

Lo sa bene il governo che con l’ultima legge di bilancio ha deciso di mettere in campo il cosiddetto bonus mamme lavoratrici con figli. Proprio su tale argomento è giunto in redazione il quesito di una nostra lettrice che ci chiede: “Buongiorno, mi chiamo Silvia e sono mamma di una bambina di 10 anni e un bimbo di 6 anni. Lavoro, con contratto a tempo indeterminato, come segretaria presso uno studio dentistico. Vi contatto quindi per chiedervi se ho o meno diritto al bonus mamme e qual è l’importo che mi potrebbe essere riconosciuto. Grazie in anticipo per la risposta”.

Bonus mamme, i chiarimenti dell’Inps

Ebbene, la risposta al quesito della nostra lettrice è affermativa. Come spiegato con un messaggio pubblicato in data 1 febbraio 2024 sul sito dell’Inps:

“La legge di bilancio 2024 ha previsto il Bonus mamme: l’esonero della contribuzione previdenziale (9,19% della retribuzione), fino a un massimo di 3.000 euro annui da riparametrare su base mensile, per le lavoratrici che hanno almeno tre figli. Per il 2024, in via sperimentale, il bonus è attribuito anche in presenza di due figli. L’agevolazione riguarda tutte le dipendenti del settore pubblico e privato (anche agricolo, in somministrazione e in apprendistato) con contratto a tempo indeterminato. Sono escluse, invece, le lavoratrici domestiche”.

Le mamme in possesso dei requisiti poc’anzi citati a gennaio 2024 hanno diritto a tale misura già a partire dal primo mese dell’anno in corso. Se il secondo figlio dovesse nascere nel 2024, il bonus verrà riconosciuto a partire dal mese di nascita.

Come farne richiesta e le escluse dall’agevolazione

Le donne interessate e aventi diritto devono rivolgersi al proprio datore di lavoro. In alternativa potranno utilizzare l’apposito servizio che verrà messo a breve a disposizione sul sito dell’Inps. Un’agevolazione indubbiamente molto importante, che purtroppo non viene riconosciuta a tutte le mamme. Come già detto, non ne hanno diritto le lavoratrici domestiche. Ma non solo, risultano escluse da tale misura anche coloro che lavorano con contratto a tempo determinato, le libere professioniste, le collaboratrici occasionali, le donne disoccupate e coloro che hanno un solo figlio.