Da qualche ora la notizia del bonus casalinghe sta facendo “rumore”. Sono molte le donne disoccupate che si occupano da anni della casa e dei figli ma che sentirebbero il bisogno di rimettersi sul mercato del lavoro. Il contributo casalinghe punta sulla carta proprio alla formazione di questa categoria. I 3 milioni di euro sono stanziati proprio allo scopo di  “attivare percorsi volti a favorire l’acquisizione di nuove competenze e l’accesso a opportunità culturali e lavorative”, come si legge nel decreto agosto.

La ratio del bonus nasce partendo da un’analisi statistica, che vede l’Italia come fanalino di coda europeo nel tasso di occupazione femminile: il gap con altri paesi dell’UE è evidente e preoccupante.

Il bonus casalinghe vale solo 40 centesimi a testa

Il problema vero sta nell’importo del bonus casalinghe. La copertura economica di 3 milioni sembra importante e adeguata ma, rapportata al numero di potenziali beneficiarie, l’importo spettante finale è irrisorio. Se tutte le donne disoccupate che oggi fanno le casalinghe si attivassero per chiedere il bonus, spetterebbero a testa 40 centesimi. Praticamente neanche un caffè offerto. Stando ai dati Istat, infatti, le casalinghe in Italia sono 7 milioni e 400 mila. E’ chiaro che, in quest’ottica, la ratio del bonus, che dovrebbe garantire alle casalinghe di formarsi per diventare figure più competitive nel mercato del lavoro, si annichilisce.

Ad ogni modo, per conoscere nel dettaglio i criteri e le modalità di assegnazione, bisognerà attendere il nuovo decreto del ministro per le Pari opportunità che dovrà arrivare entro la fine dell’anno. Per quanto riguarda il settore dei corsi di formazione per casalinghe volti ad “incrementare le opportunità culturali e partecipative, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, delle donne che svolgono attività prestate nell’ambito domestico, senza vincolo di subordinazione e a titolo gratuito, finalizzate alla cura delle persone e dell’ambiente domestico, iscritte all’Assicurazione obbligatoria”, il Dipartimento ne ha evidenziati in particolare due.

Il focus sarà su l’ambito finanziario e quello digitale. Questo probabilmente, contribuirà anche a ridurre la platea di soggette interessate. Il target si compone in gran parte di donne che prima lavoravano in questi settori e che hanno smesso per occuparsi della casa e dei figli ma che ora, con un aggiornamento, sarebbero pronte a riprendere la carriera professionale. Di fatto è molto difficile che il bonus casalinghe così inteso possa interessare le donne che da generazioni ormai si occupano della gestione della famiglia in modo esclusivo e che non hanno nessuna base né finanziaria né digitale. Anagraficamente quindi il bonus casalinghe nel decreto agosto, pur non prevedendo al momento finestre di età, potrebbe rivolgersi quasi esclusivamente a casalinghe tra i 40 e i 50 anni: al di sotto di questa soglia le donne sono ancora aperte a sperimentare carriere diverse e lavori innovativi mentre dopo i 50 è difficile che ci si aggiorni su due settore tecnici e particolari come quello finanziario e digitale. Al momento però, ribadiamo, queste sono proiezioni basate su ipotesi: bisogna attendere il decreto e vedere meglio come funzionerà il bonus casalinghe prima di tirare le somme e comprendere a chi e quanto spetterà.