I bonus casa si trasferiscono agli eredi. Ci riferiamo ad esempio al bonus ristrutturazione 50%, ecobonus ordinario, ecc. Il trasferimento è, tuttavia, solo agli eredi che conservano la detenzione materiale della casa oggetto dei lavori edili che hanno generato il bonus.

Al riguardo, è giunto un quesito in redazione che riportiamo.

“Mia moglie è deceduta qualche mese fa. Siamo rimasti come eredi io e mio figlio (maggiorenne e con reddito da lavoro dipendente). La stessa mia moglie, sulla casa in cui viviamo stava godendo del bonus ristrutturazione 50% in 10 anni per lavori che sono stati fatti. Le spese furono sostenute esclusivamente da lei e, quindi, era lei l’unica a detrarre. Io e mio figlio continuiamo a vivere insieme in questa casa che pertanto abbiamo ereditato da mia moglie. Sono a chiedere se le restanti rate di detrazione si possono trasferire interamente a me (visto che spetta a me il diritto di abitazione) oppure devono trasferirsi a metà tra me e mio figlio?”

La successione nella detrazione

Il bonus ristrutturazione si concretizza, come noto, in una detrazione fiscale pari al 50% della spesa sostenuta per lavori edilizi sulla casa.

Questo bonus casa si spalma in 10 quote annuali di pari importo.

Secondo la normativa di riferimento, se durante il periodo di godimento dello sgravio fiscale, il beneficiario muore le quote residue si trasferiscono di diritto all’erede o agli eredi che conservano materialmente la detenzione dell’immobile.

La detenzione del bene deve sussistere non soltanto per l’anno di accettazione dell’eredità, ma anche per ciascun anno per il quale si vuole fruire delle residue rate di detrazione.

Non conta il diritto di abitazione

Detto ciò, la legge dice anche che nel caso di decesso, il diritto di abitazione sulla casa familiare spetta esclusivamente al coniuge superstite. Dunque, nel caso del lettore è a lui che spetta il diritto di abitazione esclusivo sulla casa familiare che è stata anche oggetto di lavori di ristrutturazione a carico della moglie deceduta.

Nel bonus ristrutturazione, tuttavia, in caso di decesso non si fa riferimento a chi conserva il “diritto di abitazione” sull’immobile oggetto degli interventi. Si fa, invece, esclusivo riferimento a chi, tra gli eredi, conserva “la detenzione” materiale dell’immobile.

Nel caso del quesito la detenzione della casa su cui furono fatti i lavori e su cui la moglie deceduta stava godendo del bonus ristrutturazione, è per entrambi gli eredi (ossia lettore e figlio).

Bonus ristrutturazione, come gestire il caso di più eredi

Per rispondere al lettore, ci vengono in soccorso i chiarimenti sui bonus casa dell’Agenzia Entrate (Circolare n. 17/E del 2023). In tale occasione è scritto che:

  • se vi sono più eredi che conservano congiuntamente la detenzione materiale e diretta dell’immobile, allora la detrazione ereditata deve essere ripartita tra di loro;
  • laddove, invece, solo uno degli eredi conserva la detenzione dell’immobile, allora il bonus casa si trasferisce per intero a quest’ultimo.

Nel caso del lettore, dunque, la detrazione si trasferisce in parti uguali a lui stesso e al figlio. Significa, quindi, che se ad esempio ogni rata residua di detrazione ammonta a 500 euro, di ognuna di tali rate:

  • 250 euro ne gode il lettore (nelle sue dichiarazioni redditi);
  • e 250 euro ne gode il figlio (nelle sue dichiarazioni redditi).