Sta attirando grande attenzione negli ultimi giorni e ore la notizia del bonus fino a 300 euro per chi fa acquisti con metodo elettronico. Carte e bancomat in primis ma anche altri metodi tracciabili. L’obiettivo è frenare la circolazione del contante che, essendo meno controllabile, favorisce il nero. Abbiamo già anticipato che ci saranno dei requisiti e dei paletti: il bonus scatterà dopo un certo numero di movimenti. Questo serve, nelle intenzione del legislatore, a favorire l’uso della carta anche per i micropagamenti.

L’Italia è infatti fanalino di coda per le operazioni con carta per importi bassi. A chi verrebbe in mente di usare la carta di credito per 5 euro o meno? All’estero nessuno si stupirebbe.

Acquisti online, non vanno conteggiati o si rischia di perdere il bonus

Ebbene, in merito al numero minimo di operazioni effettuate con la carta per avere diritto al bonus 300 euro, è bene chiarire che gli acquisti online, anche con carta, non saranno conteggiati. Ormai sono pochi i siti di e-commerce che accettano pagamenti in contanti in contrassegno. Quindi gli acquisti su internet sono già tracciati. Sembra inutile, dunque, evidentemente, inglobarli in questa misura. Detto questo bisogna prestare attenzione. Supponiamo che il bonus 300 euro (lo chiamiamo così anche se questo, è bene precisarlo, è l’importo massimo previsto non quello che spetta a tutti), sia concesso dopo 50 pagamenti con bancomat o carta (è solo un’ipotesi chiaramente, siamo ancora nel tempo delle supposizioni). Il contribuente che fa molti acquisti online potrebbe essere portati a conteggiarli e convincersi erroneamente di aver raggiunto la soglia minima di operazioni che conferisce diritto al bonus cashback. Non è invece così. Magari gli mancano poche operazioni ma, certo di aver già ottenuto il rimborso del 10%, effettua i successivi micropagamenti in contanti. In questo modo rischierebbe di perdere il bonus carta di credito per pochi euro magari!

 

Tutto da vedere comunque, anche perché questa soglia minima è osteggiata dagli esercenti che lamentano commissioni troppo alte per l’uso del POS su pagamenti contenuti.