Il nuovo bonus 200 euro per dipendenti, pensionati e non solo, è stato voluto dal Governo (con il decreto Aiuti varato il 5 maggio 2022) al fine di contrastare il caro prezzi cui gli ultimi mesi si sta assistendo.

Stipendi, pensioni ed altre entrate hanno visto ridursi notevolmente il potere di acquisto (con un inflazione che ad aprile è giunta al 6,2%).

L’indennità, dunque, tende una mano alle famiglie per aiutarle ad affrontare con più disponibilità economica questo periodo.

C’è però da sottolineare che il provvedimento istituto del bonus non tiene conto di un importante fattore.

Non considera la composizione del nucleo familiare. Di conseguenza un lavoratore single ha diritto a percepire 200 euro ma la stessa cifra verrà pagata anche ad un lavoratore la cui famiglia è composta da più componenti (ad esempio, moglie e due figli).

Bonus 200 euro: beneficiari e pagamento

Il bonus 200 euro, ricordiamo, è una tantum. Quindi, spetterà una sola volta e per questa cifra. Ne hanno diritto:

  • lavoratori dipendenti
  • pensionati
  • disoccupati (percettori di NASPI)
  • percettori di reddito di cittadinanza
  • lavoratori autonomi
  • colf e badanti.

Insomma un bonus 200 euro quasi per tutti.

Il pagamento dovrebbe giungere tra i mesi di giugno e luglio. Le modalità di erogazione saranno diverse a seconda del percettore. Ad esempio, il lavoratore dipendente lo riceverà direttamente in busta paga (lo anticipa il datore che poi lo recupera con il meccanismo della compensazione).

Per pensionati, disoccupati percettori di NASPI e per i percettori del reddito di cittadinanza, sarà l’INPS direttamente ad erogarlo sulla prestazione stessa.

Per le altre categorie dovrebbe essere un ulteriore decreto interministeriale a definire le modalità di erogazione del bonus.

Sorridono i single

Come detto, il decreto Aiuti che ha introdotto il bonus 200 euro non fa distinzione in merito alla composizione del nucleo familiare. E’ però stabilito un requisito reddituale. Il percettore del beneficio deve avere un reddito annuo 2022 non superiore a 35.000 euro.

Il trattamento non è equo. Un lavoratore single (che non ha famiglia) ha diritto a percepire 200 euro. Questo significa che se, ad esempio, a luglio avrà utenze da pagare per 150 euro, con il bonus riuscirà a coprire il costo.

Una lavoratore coniugato e che ha, quindi, moglie e due figli si presume che ha oneri da sostenere maggiori. Le utenze da pagare a luglio risulteranno ben al di sopra dei 200 euro. Il bonus non sarà sufficiente a coprirle. Un piccolo contentino insomma. Si potrebbe dire “è acqua che non toglie la sete”.

C’è poi da considerare il citato requisito reddituale. Un single con reddito da 30.000 euro avrà 200 euro. Una famiglia di 4 componenti con reddito superiore a 35.000 euro non vedrà un euro. Sarebbe forse stato meglio fissare una soglia ISEE come requisito?