Il bonus 200 euro busta paga si dice che sia automatico. Nel senso che il lavoratore, per averlo, non dovrà fare alcuna richiesta. Sarà il datore di lavoro a pagarlo direttamente in busta paga nel mese di luglio.

L’azienda poi a sua volta lo recupera nella forma della compensazione quando andrà alla cassa per pagare imposte.

Ma è davvero tutto così facile?

In realtà NO.

La prima condizione è che il lavoratore rispetti il requisito reddituale fissato dall’art. 31 decreto Aiuti. Ossia, una retribuzione mensile imponibile non superiore a 2.692 euro.

Bonus 200 euro busta paga, il trucco che non lo rende automatico

Possiamo, comunque, dire che il bonus 200 euro busta paga non è poi così automatico. Infatti, il menzionato art. 31, oltre al rispetto del requisito reddituale, stabilisce che il lavoratore deve consegnare al proprio datore un’apposita autodichiarazione.

Senza tale documento, l’azienda non è autorizzata a pagare il beneficio. Insomma, una sorta di lascia passare che il dipendente è chiamato a dare all’azienda.

In questa autocertificazione, il lavoratore stesso dichiara, sotto la propria responsabilità che non è titolare delle prestazioni di cui all’art. 32, commi 1 e 18 del medesimo decreto Aiuti.

Cosa indicare nell’autocertificazione

In pratica nel modello di autocertificazione il dipendente indica di non essere titolare di:

  • trattamenti pensionistici a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria
  • di pensione o assegno sociale
  • pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e  sordomuti
  • trattamenti di accompagnamento alla pensione
  • retribuzione da lavoro domestico (colf e badanti)
  • reddito di cittadinanza
  • NASPI e Dis-Coll
  • rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;
  • redditi da lavoro stagionale; lavoratori dello spettacolo; da lavoro autonomo; da incaricato alle vendite.

Ad oggi, comunque, non esiste uno specifico modello autodichiarazione bonus 200 euro busta paga.