Il bonus 150 euro busta paga (art. 18 decreto Aiuti ter), come quello di 200 euro del mese di luglio 2022, non sarà del tutto automatico.

Lo erogherà certamente in modo diretto l’azienda per la quale si lavora. Quindi, il lavoratore dipendente lo ritroverà in busta paga insieme alla retribuzione di competenza del mese di novembre 2022.

Il datore di lavoro poi lo recupera della forma della compensazione attraverso il flusso mensile Uniemens (la denuncia contributiva mensile dei lavoratori).

Ne hanno diritto sia i lavoratori dipendenti del settore privato che quelli del settore pubblico.

I requisiti sono un po’ diversi rispetto a quelli previsti per il bonus 200 euro.

I requisiti per il bonus 150 euro busta paga

Per il bonus 150 euro busta paga è necessario che siano rispettate tutte le seguenti condizioni in capo al lavoratore:

  • non risultare titolare di pensione, reddito di cittadinanza, NASPI o altra prestazione erogata dall’INPS
  • avere una retribuzione imponibile riferita al mese di novembre 2022 non superiore a 1.538 euro
  • non percepire il bonus 150 euro da altro datore di lavoro o come altro tipo di beneficiario (il bonus spetta una sola vola anche in caso di più rapporti di lavoro)
  • avere il contratto di lavoro in essere nel mese di novembre 2022.

Con riferimento al requisito reddituale, questo era diverso per il bonus 200 euro busta paga. Il beneficio è stato erogati a condizione che nel periodo 1° gennaio 2022 – 23 giugno 2022, il lavoratore avesse beneficiato, per almeno una mensilità, dell’esonero contributivo di cui all’art. 1, comma 121, della legge 30 dicembre 2021, n. 234.

Ciò si traduceva nel dire che, per almeno una mensilità del periodo sopra indicato, il lavoratore dipendente doveva aver avuto una retribuzione imponibile non superiore a 2.692 euro. A questo proposito, l’INPS chiariva che il riferimento era all’imponibile previdenziale (Messaggio INPS n. 2397 del 13 giugno 2022).

Non bisognava, guardare, pertanto, la retribuzione imponibile lorda della busta paga ma la voce riferibile “all’imponibile previdenziale”, ossia quello su cui sono calcolati i contributi ai fini pensionistici.

L’autocertificazione da presentare in azienda

Per avere il bonus 150 euro busta paga non occorre fare alcuna domanda. Tuttavia, per espressa previsione del citato art. 18 decreto Aiuti ter, il lavoratore deve presentare in azienda l’autocerficiazione in cui dichiara di possedere tutti i requisiti previsti.

Sul sito istituzionale di Confindustriafirenza.it è possibile trovare un fac-simile di modello autoerctificazione bonus 150 euro.

Nel modello, il lavoratore, consapevole delle conseguenze in caso di dichiarazioni non corrispondenti al vero, dichiara, quindi, ai fini dell’eventuale percezione dell’indennità una tantum:

  • di non essere titolare di uno o più trattamenti pensionistici
  • che all’interno del proprio nucleo familiare non vi sono beneficiari del Reddito di Cittadinanza
  • di non aver chiesto la percezione dei 150 euro ad altro datore di lavoro.

L’autocertificazione deve essere certamente presentata dai lavoratori del settore privato. Bisognerebbe, invece, capire se la stessa cosa dovrà essere fatta per i dipendenti pubblici, visto che per il bonus 200 euro, invece, quest’ultima categoria ne fu esonerata. Il modello autocertificazione bonus 200 euro busta paga fu quello ufficialmente pubblicato dall’INPS.