Con il costante invecchiamento della popolazione il ruolo della badante è diventato sempre più importante per le famiglie italiane. Sia straniere sia italiane, le badanti svolgono un lavoro di fondamentale importanza. Da tempo il settore è stato regolamentato da un proprio contratto collettivo nazionale. Eppure ancora oggi sono tante le badanti che lamentano di non essere assunte dai datori di lavoro e quindi di lavorare in nero.

Oppure c’è chi lamenta il fatto che l’assunzione non è secondo le regole prestabilite dal contratto collettivo nazionale.

Oggi vedremo di cosa deve essere composto lo stipendio di una badante per poter essere considerato a norma. E, soprattutto, quali sono i diritti economici e reddituali che una badante può pretendere dal datore di lavoro quando viene assunta a stipendio fisso, regolarmente.

Badante, stipendio e diritti, ecco cosa deve ottenere dal datore di lavoro

Il lavoro domestico, dentro cui si inserisce l’attività di badante, non si differenzia da qualsiasi altro settore lavorativo come diritti e doveri. Ma è un settore molto particolare, perché l’attività svolta in una casa privata può essere oggetto di pratiche sbagliate e di illeciti che difficilmente possono venire alla luce se non è la lavoratrice a occuparsene. Una nostra lettrice si trova, forse, in una situazione che sarebbe meglio mettere in regola quanto prima.

“Gentili esperti, sono Pamela e dopo aver perso anni fa il lavoro in un centro commerciale, ho deciso di dedicarmi all’assistenza delle persone non autosufficienti, soprattutto anziani. Faccio la badante da diversi anni e da due anni esatti lavoro presso una coppia di coniugi di oltre 80 anni di età, con il marito che non è autosufficiente. Mi danno 800 euro al mese ma credo non sia giusto. Sono convivente con loro e volevo capire cosa dovrei prendere davvero di stipendio. Mi chiarite come funzionano le regole per noi domestici? Oltre allo stipendio, credo non sia giusto che mi diano una tredicesima di 500 euro.

Il lavoro domestico e le regole con cui devono essere assunte le lavoratrici

Anche se spesso bistrattato e considerato un ripiego lavorativo, fare la badante piuttosto che la colf, il maggiordomo o la baby-sitter è un lavoro riconosciuto a tutti gli effetti delle normative vigenti. Oltretutto sul lavoro domestico esiste un contratto collettivo nazionale (CCNL) e quindi ci sono delle regole rigide da seguire anche in materia di salario dei lavoratori.

La badante come è la nostra lettrice ha diritti riconosciuti perché lo prevede proprio il documento di lavoro collettivo. Parliamo tra i tanti diritti, della giusta retribuzione basata sui minimi tabellari, parliamo del giusto inquadramento, del TFR, della tredicesima e delle ferie.

I minimi tabellari per lo stipendio della badante

Probabilmente con l’anno nuovo i minimi salariali anche nel settore domestico verranno corretti e aggiornati con i classici aumenti legati al tasso di inflazione. È lecito quindi attendersi per l’anno 2024 degli stipendi più alti e probabilmente, in misura non inferiore al 5,4% rispetto a oggi. Perché così è stato deciso sul tasso di infrazione da utilizzare nel 2024, che è proprio del 5,4%.

Resta il fatto che il settore domestico di badanti e colf è interessato da una larga diffusione del lavoro nero e del lavoro grigio. Perché da un lato sono ancora tantissime le lavoratrici non coperte da assunzione e quindi in servizio in maniera illecita. Molte altre invece sono assunte a dei livelli che non rispecchiano ciò che prevede il CCNL rispetto alle mansioni che svolgono o alle qualifiche che ha la lavoratrice. E tutte queste cose si ripercuotono a cascata sugli stipendi che spesso sono inferiori a quelli che prevedono le tabelle del CCNL.

Quanto deve essere lo stipendio in base al livello di inquadramento

Infatti il settore domestico ha dei minimi stipendiali come qualsiasi altro settore.

Le lavoratrici in base alle mansioni che svolgono e al ruolo che hanno, sono inquadrate in determinati livelli. A ogni livello corrispondono determinate mansioni e altrettanti determinati minimi stipendiali. In attesa degli aggiornamenti del 2024, nel 2023 le lavoratrici dovrebbero essere stipendiate secondo la seguente tabella:

  • 725,19 euro livello A;
  • 857,06 euro livello AS;
  • 922,98 euro livello B;
  • 988,90 euro livello BS;
  • 1.054,85 euro livello C;
  • 1.120,76 euro livello CS;
  • 1.318,54 euro livello D;
  • 1.386,46 euro livello DS.

Quelli sopra riportati, sono i minimi stipendiali per la badante convivente assunta a 54 ore di lavoro a settimana. Se è richiesta l’assistenza notturna, e parliamo quindi di badanti, la paga sale a:

  • 1.137,26 euro livello BS;
  • 1.288,87 euro livello CS;
  • 1.592,17 livello DS.

Ecco come assumere bene con il giusto stipendio una badante

Evidente che una badante di ruolo, non può che essere assunta ai livelli BS, CS o DS. Anzi, se l’assistito non è autosufficiente, non dovrebbe essere ammessa una assunzione a livello BS. Perché a questo livello bisogna assumere lavoratrici e lavoratori che prestano assistenza a persone che sono autosufficienti.

Nel livello CS si assumono le badanti classiche, quelle che prestano assistenza a soggetti non propriamente autosufficienti. Al livello DS invece si assumo le badanti con una esperienza di lunga data e con delle qualifiche certificate. Ogni due anni di permanenza presso lo stesso datore di lavoro alla badante spetta lo scatto di anzianità e quindi un aumento del 4% dello stipendio mensile. Lo scatto di anzianità è previsto dal CCNL e deve essere biennale fino a massimo 7 scatti.

Quali altri diritti devono essere concessi alla lavoratrice?

Come a ogni altro lavoratore di qualsiasi altro settore, anche alla badante toccano le ferie. In tutto, 26 giornate di ferie all’anno se ha lavorato tutti i dodici mesi dell’anno solare di riferimento. Nel caso in cui l’assunzione sia sopraggiunta ad anno in corso, spettano le ferie in rapporto ai mesi effettivamente lavorati. Si dividono le 26 giornate per 12 e si moltiplica il risultato per i mesi di assunzione.

Il mese viene considerato nel conteggio solo se l’assunzione è arrivata dopo il giorno 15 del mese o se l’interruzione del rapporto di lavoro è successiva al giorno 15. Le ferie non possono essere monetizzate, cioè trasformate in denaro al porto di essere fruite. Solo nei casi di cessazione del rapporto di lavoro per qualsiasi motivo, le ferie si trasformano in indennità economiche. Pertanto i 26 giorni di ferie vanno comunque sfruttati ogni anno sempre di comune accordo con il datore di lavoro e, in genere, nel periodo estivo.

Riposi obbligatori, ma anche la buonuscita non può essere negata

La badante ha diritto a un riposo quotidiano di 2 ore tra la prima parte della giornata lavorativa e la seconda parte. Inoltre ha diritto a 11 ore di riposo consecutive ogni giorno. Per quanto riguarda i riposi settimanali, 24 ore consecutive la domenica e 12 ore in un altro giorno della settimana. Per ciò che riguarda il TFR, la badante matura una mensilità di liquidazione o buonuscita all’anno. Come per le ferie, anche questo TFR è rapportato ai mesi di assunzione di ogni anno e secondo le regole prima esposte.

In caso di assunzione o cessazione del lavoro durante l’anno, si divide la mensilità di stipendio per 12 e si moltiplica per i mesi effettivamente lavorati. Nel settore domestico il TFR può essere chiesto in anticipo più volte e senza alcun obbligo di spiegare il motivo della richiesta. E a prescindere dall’anzianità di servizio (in molti settori l’anticipo del TFR, opportunamente motivato, può essere ammesso solo dopo 5 anni di servizio). La badante può chiedere di ricevere il 70% del TFR maturato durante l’anno, a dicembre, lasciando il restante 30% come prassi, alla fine del rapporto di lavoro.

La tredicesima nel lavoro domestico

Stesso discorso vale per quanto concerne la tredicesima. Infatti anche la classica gratifica natalizia si matura mese per mese ed è pari a una mensilità di stipendio intera da percepire a dicembre. La tredicesima matura anche durante i periodi di ferie della lavoratrice e anche durante i periodi di malattia o infortunio. Nel calcolo della tredicesima rientrano anche il vitto e l’alloggio.

Infatti anche queste voci fanno parte del salario mensile di una lavoratrice convivente con il soggetto da assistere. In altri termini alla lavoratrice spettano per il 2023 come vitto e alloggio 6,47 euro al giorno in aggiunta allo stipendio. Si tratta nel dettaglio di 2,26 euro per due pasti (in genere pranzo e cena) e di 1,95 euro per l’alloggio.

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