Capita frequentemente che l’Agenzia delle Entrate invii agli contribuenti avvisi di accertamento, i quali evidenziano anomalie in precedenti dichiarazioni dei redditi (modello 730), risultando in nuove somme da versare. Attraverso l’avviso bonario, viene richiesto al contribuente di saldare l’intero importo entro 30 giorni, beneficiando così di sanzioni ridotte.

Tuttavia, qualora la cifra richiesta fosse eccessivamente elevata, come si procede? In simili circostanze, è prevista la possibilità di rateizzare l’importo dovuto. Vediamo ora come procedere.

“Buonasera, sono un contribuente che ha ricevuto un vero salasso l’altro giorno da parte dell’Agenzia delle Entrate Mi hanno chiesto 2.800 euro da versare tra IRPEF, addizionali regionali e comunali.

Ho controllato il mio 730 del 2022, a cui fa riferimento l’avviso di accertamento. Ed effettivamente c’era la voce che sottolinea il mio debito fiscale nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. In quel periodo di dichiarazione non avevo lavoro e quindi ho presentato la dichiarazione senza sostituto. Però non ho provveduto a stampare il modello F24 credendo che sarebbe arrivato a casa. Almeno così mi ha detto adesso un commercialista. Ma non ho disponibilità per versare tutto e subito. Come si fa a pagare a rate? Anche collegandomi con lo SPID non ho trovato nulla.”

Avviso bonario Agenzia delle Entrate, ecco come pagare a rate un 730 degli anni precedenti

L’avviso di accertamento rappresenta una metodologia impiegata dall’Agenzia delle Entrate per notificare al contribuente la presenza di errori in una dichiarazione, con la conseguente necessità di versare un’importo maggiore a titolo di imposta.

In effetti, il nostro lettore avrebbe dovuto effettuare tale pagamento al momento della dichiarazione dei redditi (modello 730/2022), in riferimento ai redditi generati nell’anno fiscale 2021. Data la mancata effettuazione di questo versamento, l’Agenzia delle Entrate ora richiede il saldo, applicando sanzioni e interessi ridotti qualora il pagamento avvenga entro 30 giorni, a patto che il debito sia effettivamente dovuto.

Va sottolineato che, qualora il contribuente disponga di documentazione atta a contestare l’importo richiesto dal Fisco, è possibile richiedere la revoca dell’avviso, il quale, è bene ricordare, non costituisce una vera e propria cartella esattoriale, bensì uno strumento di conformità tra Fisco e contribuente.

Agenzia delle entrate, ecco come fare di fronte ad avvisi bonari da pagare

Naturalmente, il nostro lettore non può presentare un’istanza in autotutela avendo riconosciuto la legittimità della richiesta da parte del Fisco. Persistendo nella mancata effettuazione del pagamento, si corre il rischio concreto di ricevere una cartella esattoriale, con il debito che verrebbe trasferito dall’Agenzia delle Entrate all’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Questo passaggio comporta un incremento delle sanzioni e degli interessi, oltre all’applicazione di tutte le procedure di esecuzione forzata disponibili in caso di debiti iscritti a ruolo. Per il nostro lettore, l’unica soluzione sembra essere il pagamento dell’importo richiesto dall’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, è possibile effettuare il pagamento a rate, benché non esista una procedura di richiesta specifica per tale opzione.

Come rateizzare un avviso di accertamento

Gli avvisi bonari emessi dall’Agenzia delle Entrate sono il risultato di una liquidazione automatica o di un controllo formale della dichiarazione. Questi avvisi possono essere annullati se il contribuente salda le somme dovute entro 30 giorni dalla data di notifica.

Il Decreto Legislativo n° 462 del 1997 consente la rateizzazione del debito senza che il contribuente debba presentare specifiche richieste al Fisco. O dimostrare particolari situazioni di difficoltà economica. La rateizzazione può essere effettuata in 20 rate trimestrali, permettendo così di distribuire il pagamento dell’importo dovuto su un arco di 5 anni.

Tuttavia, è necessario che la prima rata sia pagata entro i 30 giorni dalla notifica dell’avviso bonario. Per le rate successive alla prima, saranno applicati degli interessi.

Specificatamente, dall’inizio del secondo mese successivo alla notifica dell’avviso, sarà calcolato un interesse annuo del 3%.