Lo stipendio è la base di partenza per il calcolo della pensione spettante. L’importo che si prende di pensione, infatti, dipende da quello che era lo stipendio. Ecco perché da un lato le carriere discontinue sono penalizzanti mentre godere di scatti salariali e fare carriera aiuta a maturare una pensione più alta. Ma a quale aumento si deve aspirare per prendere di più quando si smette di lavorare? Sorprenderà ma la risposta non è così scontata. Non importa infatti solamente a quanto ammonta l’aumento in busta paga.

Spieghiamo perché partendo da un caso recente: gli stipendi della scuola.

Rinnovo contratto docenti 2024: pochi euro di aumento che contano

Nei contratti collettivi nazionali di alcune categorie di dipendenti pubblici, per il triennio 2016-2018, è stato introdotto nello stipendio tabellare il c.d. elemento perequativo. Quest’ultimo si conteggia nella base pensionabile. Vi hanno diritto, con tempistiche diverse in base alla categoria professionale:

  • Funzioni centrali;
  • Istruzione e ricerca;
  • Funzioni locali e Sanità.

Può sembrare un aumento in busta paga di poco conto perché si tratta di pochi euro. Tuttavia nel lungo termine il vantaggio si evidenzia in modo consistente. Pensione e stipendio infatti sono interconnessi non solo perché, intuitivamente, più si guadagna e più contributi si versano. Ci sono altre variabili da considerare per il calcolo della pensione partendo dallo stipendio lordo.

Al contrario quando venne introdotto nel precedente rinnovo l’elemento perequativo gli stipendi di questi lavoratori sono aumentati dai 20 ai 30 euro al mese. Tuttavia era un elemento separato dalla retribuzione e quindi non rilevabile ai fini pensionistici. In seguito all’ultimo rinnovo contrattuale le cose sono cambiate.

Come si fa il calcolo della pensione partendo dallo stipendio

Per calcolare la pensione netta partendo dallo stipendio lordo occorre conoscere, oltre ai contributi versati e all’età dell’uscita, il c.d. tasso di sostituzione.

Oggi ci sono alcuni simulatori online semi automatici per il calcolo della pensione futura. Ma quale formula utilizzano?

Occorre moltiplicare il montante contributivo per il coefficiente di trasformazione relativo all’età in cui si va in pensione (si conteggiano anche le eventuali frazioni d’anno).

Il risultato esatto, ovvero l’importo pensione specifico, dipende in parte anche dalle regole in vigore al momento dell’uscita. In media, nel contributivo puro, con 40 anni di contributi alle spalle si ottiene il il 60% dell’ultimo stipendio mentre con 30 anni di contributi si arriva a percepire il 48% della busta paga.

Riassumendo…

  • Il calcolo della pensione futura dipende da età, contributi e coefficiente di trasformazione da applicare;
  • I simulatori per il calcolo della pensione online richiedono questi tre dati per ottenere l’importo;
  • Mediamente a oggi spetta il 60-70% dell’ultimo stipendio.