Vivi da solo e hai più di 60 anni di età? Il profilo è giusto per poter richiedere l’Assegno di Inclusione. Almeno stando a ciò che recita la normativa in vigore per il nuovo sussidio contro la povertà. Infatti gli over 60 alla pari dei minori di 18 anni o degli invalidi, sono i soggetti cui potenzialmente può essere erogato l’Assegno di Inclusione. Sono i cosiddetti fragili.

Una novità per l’ISEE e le DSU del 2024 però rischia di tagliare drasticamente i possibili beneficiari dell’Assegno di Inclusione.

E adesso vedremo perché.

“Buongiorno, ho appena richiesto l’Assegno di Inclusione tramite il Patronato, e dall’INPS mi arriva la risposta che la domanda è stata ricevuta, ma manca l’iscrizione alla Piattaforma. Il Patronato mi ha detto che devo aprire lo SPID. Ma io ho 62 anni di età, vivo da solo, non mi sono mai sposato e non ho figli. Chi mi aiuta tra applicazioni smartphone, mail e codici? Perché non si può fare tutto presentando domanda di ADI? Alla fine mi chiederanno di fare lo SPID pure per i miei due genitori ultranovantenni? Trovo assurdi questi obblighi per persone di una certa età sicuramente poco avvezze alla tecnologia.”

Attenti alla nuova DSU, a rischio l’Assegno di inclusione anche per over 60 soli

Fosse solo per l’iscrizione alla piattaforma SIISL per la sottoscrizione del PAD, l’Assegno di Inclusione probabilmente filerebbe via liscio come l’olio. Invece dentro il meccanismo con cui è stato varato questo strumento di contrasto alla povertà c’è davvero molto altro.

Un potenziale grave problema, poco noto e di cui noi di Investire Oggi trattiamo in anteprima è quello relativo alla nuova DSU per le persone sole, senza figli e senza coniuge.

Parliamo di ISEE naturalmente, perché c’è il serio rischio che persone sopra i 60 anni di età, che dovevano rientrare facilmente nel sussidio come facevano prima con il reddito di cittadinanza, alla fine ne risulteranno escluse.

E adesso vedremo il perché.

Il quesito del nostro lettore, per sue caratteristiche, età e situazione familiare, ci permette di approfondire proprio ciò che nessuno dice sull’incastro tra ADI e ISEE nel 2024.

Nuova DSU, giro di vite sui nuclei familiari mono-componente per gli ISEE 2024

Per le nuove DSU, cioè per le Dichiarazioni Sostitutive Uniche da cui parte la richiesta per il nuovo ISEE 2024, c’è una grande novità. Che finirà per produrre una stretta sugli ISEE mono-composti come vengono definiti gli ISEE con nucleo familiare di una persona singola. E a cascata, porterà una stretta sull’Assegno di Inclusione.

I soggetti con un reddito inferiore a 2.840,51 euro con età superiore a 24 anni, oppure con reddito inferiore a 4.000 euro con età compresa tra i 18 e i 24 anni, non sono autonomi redditualmente. Perché queste soglie sono quelle utili a considerare un soggetto a carico di un altro dal punto di vista fiscale. Cosa significa tutto ciò?

Che a prescindere dall’età, se una persona non è autosufficiente dal punto di vista reddituale, dovrebbe essere attratto nell’ISEE di un altro familiare. In questo caso, non essendoci figli con reddito o coniuge, il soggetto in questione verrebbe attratto nel nucleo familiare dei genitori. Si tratta del nucleo familiare di origine. Ed è in questo che c’è chi alla fine per via dei requisiti economici da detenere, rischia di perdere l’Assegno di Inclusione.

Il nucleo familiare di origine fa dire addio all’Assegno di Inclusione

La regola è questa. Un soggetto residente da solo per davvero, che non ha figli e coniuge, se nel 2022 (anno di riferimento dell’ISEE 2024, ndr) ha redditi entro le soglie prima citate, anche se ha 60 o più anni, non può avere ISEE da solo.

Questo soggetto va a finire nel nucleo familiare di origine, cioè quello dei genitori. E naturalmente se questi hanno pensioni e redditi, se hanno soldi in banca, case e altri patrimoni, creano il problema relativo alla possibile fruizione dell’Assegno di Inclusione.

I requisiti economici dell’Assegno di Inclusione

In termini pratici, il nucleo familiare di chi richiede l’Assegno di Inclusione e si trova nelle condizioni di cui sopra, non è più quello singolo ma quello con i suoi genitori. A prescindere che abiti da solo, che sia sopra i 60 anni di età e così via. Per ottenere l’Assegno di Inclusione il nucleo familiare del richiedente deve rientrare in precisi requisiti economici che sono:

  • ISEE, in corso di validità non superiore a 9.360 euro;
  • Reddito familiare non superiore a 6.000 euro, che sale in base al parametro della scala di equivalenza a sua volta basata sul numero dei componenti la famiglia stessa;
  • patrimonio immobiliare detenuto tanto in Italia che all’estero, al netto della casa di abitazione del nucleo familiare (se inferiore come valore a 150.000 euro), non superiore a 30.000 euro;
  • patrimonio mobiliare (conti correnti, carte di credito, di debito, libretti e così via), non superiore a 6.000 euro per i nuclei composti da un solo componente, 8.000 euro per i nuclei composti da due componenti, 10.000 euro per i nuclei composti da tre o più componenti con 1.000 euro aggiuntivi per ogni figlio a partire dal terzo, 5.000 euro per ogni componente con disabilità e 7.500 euro per ogni componente con disabilità grave;

Evidente quindi che entrando in un nucleo familiare con altre persone, anche se non conviventi, il diretto interessato rischia forte. Infatti rischia di sforare quei requisiti economici prima esposti. E se per il reddito di cittadinanza non c’era questo problema, adesso con l’Assegno di Inclusione si materializzerà in toto.