Una sola misura per condensarne circa quattro. L’Assegno Unico universale ha superato la fase di rodaggio ed è entrato ormai da diversi mesi a pieno ritmo nella quotidianità dei contribuenti. Un’occasione per i nuclei familiari con uno o più figli a carico, cumulabile con altre misure (come il Reddito di Cittadinanza) e, soprattutto, crescente in base al numero della prole. Certo, qualche piccola problematica è stata riscontrata, soprattutto per coloro che, a luglio, non hanno visto confluire nella card del RdC la somma prevista.

Niente di preoccupante, visto che anche a fronte di un versamento sulla medesima carta, le date di accredito avrebbero potuto essere diverse. Detto questo, a prescindere dalla data (anche se una deadline orientativa è sempre utile), l’importante è che i soldi arrivino, visto che le famiglie contano molto su un supporto che, nel quadro agevolativo, ha convogliato misure come il Bonus Nido, Bebè e Mamma. Anche su questo fronte, però, l’Assegno Unico potrebbe essere migliorato. E non per grazia o per decreti aggiuntivi ma per operato stesso dei beneficiari.

Assegno Unico e Isee corrente

Un’altra buona occasione. Qualora il contribuente non fosse soddisfatto dell’importo percepito, sarà possibile procedere con la richiesta di un aumento. Una soluzione che, chiaramente, impone il rispetto di una procedura e, soprattutto, la presenza inconfutabile dei requisiti necessari al provvedimento. In realtà le soluzioni per alzare l’importo dell’Assegno Unico sono diverse, una delle quali è anche la più scontata. Vale a dire la presentazione di un Isee in corso di validità, utile per aggiornare la situazione reddituale del beneficiario. Chiaramente, in caso di cifre più basse, si alzerà quella percepita grazie alla misura, sempre in modo proporzionale ai requisiti (in primis il numero dei figli). Del resto, il calcolo dell’Isee è la prerogativa base per determinare il diritto all’Assegno e l’importo che si andrà a percepire.

A questo proposito, è bene precisare che l’Isee corrente non equivale a quello ordinario. Il primo, infatti, tiene conto dei redditi e dei patrimoni riferiti all’ultimo anno, non a quello ancora precedente. In sostanza, qualora nell’anno in corso fossero subentrate ulteriori difficoltà economiche, il beneficiario potrà presentare una nuova situazione reddituale. E ricevere quindi più soldi.

Variazione patrimoniale

Il tutto, però, a una condizione: la possibilità di richiedere effettivamente un Isee corrente. Un’occasione paradossalmente non per tutti, in quanto richiede almeno un paio di condizioni: la variazione della situazione lavorativa (fine dei trattamenti previdenziali non rientranti nel reddito), oppure il mutamento della situazione reddituale complessiva del nucleo familiare. Situazioni nemmeno troppo rare di questi tempi (basti pensare al nuovo Bonus fragili disposto per chi vive difficoltà fisiche ed economiche). Altra condizione: l’Isee corrente potrà essere richiesto solo dopo aver ottenuto quello ordinario. Questo perché il nuovo documento dovrà attestare il peggioramento della situazione reddituale rispetto a quella già presentata. Per quel che riguarda i patrimoni, invece, come prevede la normativa l’aggiornamento dei dati patrimoniali potrà essere effettuato in caso di riduzione pari al 20% rispetto a quanto dichiarato nell’Isee ordinario. Occhio alla scadenza: l’aggiornamento dovrà essere presentato a partire dall’1 aprile.