Le persone affette da problematiche fisiche hanno diritto a una serie di agevolazioni, anche economiche. La Legge 104 per esempio, cioè quel contenitore di agevolazioni, prestazioni e misure che riguardano i portatori di handicap. E poi, a determinate circostanze, assegno di invalidità, pensione di invalidità, pensione di inabilità, accompagnamento e così via dicendo. Molto dipende dal grado di invalidità. Molto altro invece dipende da determinate condizioni, anche reddituali, del richiedente. A tal punto, che a volte alcune prestazioni possono essere negate ai richiedenti proprio perché ci sono dei limiti che non vengono rispettati.

“Buonasera, sono Andrea, titolare di assegno di invalidità civile. Sto per andare in pensione con l’anticipata ordinaria, grazie a 43 anni e un mese di contributi. Cosa succede al mio assegno di invalidità civile, lo perdo?”

Prestazioni in favore delle persone affette da handicap

L’assegno di invalidità civile è una prestazione che viene assegnata a soggetti che dopo opportuna visita medica, vengono riconosciuti invalidi civili. Bisogna avere una età compresa tra i 18 anni e i 67 anni. E il grado di invalidità civile deve essere compreso tra il 74% ed il 99%. La prestazione che prende il nome di assegno di invalidità civile, è una prestazione assistenziale. Pertanto, non basta avere la giusta età e avere il giusto grado di invalidità riconosciuto dalle commissioni mediche cui lo Stato assegna questo compito. Essendo a tutti gli effetti un sostegno a carattere assistenziale, gli interessati devono rispettare determinati requisiti reddituali.

Requisiti per l’assegno di invalidità

Entrando nel dettaglio dei requisiti, l’assegno d’invalidità civile è ad appannaggio di cittadini italiani, cittadini comunitari e i cittadini extracomunitari legalmente soggiornanti nel territorio. Ma serve la residenza effettiva in Italia come per tutte le altre prestazioni di carattere assistenziale oggi erogate. La prestazione, in quanto assistenziale e personale, non può essere reversibile in caso di decesso del titolare.

Per l’anno 2023 il suo importo è pari a 313,91 euro. La decorrenza del trattamento parte dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si presenta la domanda. In pratica, per domande presentate entro la fine del corrente mese di giugno, la decorrenza scatta dal primo luglio, se invece si presenta domanda il primo luglio, decorrenza primo agosto. La prestazione non fa reddito e non è assoggettata a IRPEF. Ma i redditi sono fondamentali come dicevamo, per l’accoglimento della domanda.

Compatibile l’assegno di invalidità con la pensione di vecchiaia

Il diritto all’assegno di invalidità civile, non prescinde da determinate condizioni reddituali del diretto interessato. Infatti chi vuole richiedere l’assegno di invalidità civile deve avere una situazione reddituale entro il limite di 5.391,88 euro. E sono da considerare tutti i redditi di qualsiasi natura che rientrano nel perimetro dell’IRPEF, al netto delle ritenute e delle detrazioni. La misura viene erogata anche contestualmente ad altre prestazioni diverse da quelle di invalidità. Quindi si può prendere la pensione anticipata, quella di vecchiaia e godere anche di questo assegno di invalidità civile.

Attenzione ai redditi da non superare

Il nostro lettore potrebbe percepirle entrambe, anche se ci sorgono forti dubbi relativi al fatto che la sua pensione supererà certamente la soglia minima di reddito utile alla prestazione per invalidi. Infatti è naturale che se la pensione percepita fa superare il limite di reddito annuo che è alla base del diritto all’assegno di invalidità, quest’ultimo sarà perso. I calcoli da fare però sono diversi. Perché a 67 anni di età l’assegno di invalidità civile si dovrebbe trasformare in assegno sociale. Con altri limiti reddituali da rispettare. La situazione del nostro lettore necessita quindi di un approfondimento sul campo da parte di professionisti del settore come i Patronati. Il consiglio che diamo quindi è di rivolgersi a un Patronato per verificare il da farsi.