Ormai si conosce bene la data di scadenza del Reddito di Cittadinanza. La tanto discussa misura di contrasto alla povertà, uscirà di scena il 31 dicembre 2023. Per chi vive in condizioni di povertà o quasi, nel 2024 l’alternativa è l’Assegno di Inclusione. A dire il vero al posto del Reddito di Cittadinanza sono state introdotte due misure. La prima per le famiglie composte solo da soggetti tra i 18 ed i 59 anni di età e senza problemi di disabilità. I cosiddetti occupabili quindi, che da settembre o meglio, dal mese successivo a quello in cui perdono il Reddito di Cittadinanza, potranno percepire il Supporto alla Formazione e al Lavoro.

Per le altre famiglie, composte anche da over 60, minori o disabili, che hanno diritto a prendere il Reddito di Cittadinanza fino a fine 2023, ci sarà l’Assegno di Inclusione.

Arriva la nuova misura di inclusione

La nuova misura in vigore dal primo gennaio 2024, introdotta dal decreto Lavoro del primo maggio scorso, ha delle differenze rispetto alla misura precedente. E adesso analizzeremo quali sono, partendo dai calcoli che dimostrano come ci saranno famiglie “premiate” da questo cambio di strumento.

“Buonasera, mi chiamo Simona e volevo chiedervi una cosa. Io e mio marito siamo a reddito zero e viviamo in una casa in cui ci fa stare una mia vecchia zia. Viviamo di Reddito di Cittadinanza ed abbiamo una figlia di 15 anni. Con il passaggio all’Assegno di inclusione, noi due, entrambi sessantenni, che importi prenderemo? C’è chi mi dice che prenderemo di più rispetto agli 800 euro al mese di oggi.

Assegno di inclusione, ecco perché molte famiglie prenderanno di più rispetto al reddito di cittadinanza, calcoli ed esempi

Sugli importi del nuovo strumento di contrasto alla povertà meglio conosciuto come Assegno di Inclusione, si fa sempre un gran parlare. Sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, c’è una scheda dedicata alla misura dove si può capire il funzionamento della stessa a partire da gennaio.

Ma sono i calcoli da fare che possono essere piuttosto complicati. Anche perché tra scale di equivalenza, figli minori, over 60 e non, invali e maggiorenni, la materia non è alla portata di tutti. Ma come ha confermato l’INPS a Montecitorio, nel presentare il classico rapporto annuale alla Camera dei Deputati, ci saranno famiglie che riceveranno più soldi di Assegno di Inclusione rispetto a quanti ne ricevevano con il Reddito di Cittadinanza. Ed anche se a prima vista può sembrare una falsa notizia, se si considera anche l’Assegno Unico e Universale sui figli a carico fino ai 21 anni di età, ci si renderà conto di questo vantaggio.

Dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione, ecco le scale di equivalenza

Sia il Reddito di cittadinanza che l’Assegno di Inclusione partono dalla base di 500 euro al mese come integrazione al reddito di un nucleo familiare e di 280 euro al mese come contributo per l’affitto imputato. E pure per gli over 67, tutto uguale, con 630 euro di integrazione reddituale e 150 euro di componente di affitto. Per un totale che in tutti i casi vale massimo 780 euro al mese. Naturalmente sia con il Reddito di Cittadinanza che con l’Assegno di Inclusione, c’è da fare i conti con le scale di equivalenza che rideterminano gli importi in base al numero dei componenti il nucleo familiare, in base alla loro condizione fisica e alla loro età.

Le scale di equivalenza di RDC e ADI, ecco le tabelle sintetiche

Ogni famiglia parte da una scala di equivalenza pari ad 1. In pratica una famiglia composta da un singolo, con scala di equivalenza uno e reddito zero, sia con il Reddito di Cittadinanza che con l’Assegno di Inclusione prenderà al massimo 500 euro al mese di sostegno reddituale (ed eventualmente i già citati 280 euro per l’affitto).

Per ogni componente aggiuntivo aumenta la scala di equivalenza ed aumenta anche l’importo del sussidio, sia che si chiami Reddito di Cittadinanza e sia che si chiami Assegno di Inclusione.

Con il Reddito di Cittadinanza le tabelle sono:

  • 1 adulto e 1 minore, scala 1,2 e importo massimo di 600 euro al mese;
  • 2 adulti, scala 1,4 e importo massimo di 700 euro al mese;
  • 1 minore e 2 adulti, scala 1,6 e importo massimo di 800 euro al mese;
  • 2 minori e 2 adulti, scala 1,8 e importo di 900 euro al mese;
  • 2 adulti e 3 minori scala 2 e importo massimo di 1.000 euro al mese;
  • 3 adulti e 2 minori o 4 adulti, scala 2,1 e importo massimo di 1.050 euro mensili;
  • 3 adulti e un adulto invalido, scala 2,2 e importo massimo 1.100 euro al mese.

Per l’Assegno di inclusione invece:

  • 1 adulto e 1 minore, scala 1,15 e importo massimo di 575 euro al mese;
  • 2 adulti, scala 1,4 e importo massimo di 700 euro al mese;
  • 1 minore e 2 adulti, scala 1,55 e importo massimo 775 euro al mese;
  • 2 adulti e 2 minori, scala 1,70 e importo di 850 euro al mese;
  • 2 adulti e 3 minori scala 1,80 e importo di 900 euro al mese;
  • 4 adulti o 3 adulti e 2 minori, scala 2,1 e importo massimo di 1.050 euro al mese;
  • 4 adulti di cui uno invalido grave, scala 2,3 e importo massimo 1.150 euro al mese.

Ecco i calcoli ed alcuni esempi pratici

Come si nota dalle tabelle, non sempre si trova riscontro a quanto hanno asserito i tecnici dell’INPS in audizione alla Camera. Anzi sembra proprio che nella maggior parte dei casi l’Assegno di Inclusione sia più basso del Reddito di cittadinanza. Basta vedere che una famiglia di 5 persone, con madre, padre e tre figli minori, prendono 100 euro in meno di sussidio. La nuova misura però nasce per avvantaggiare le famiglie fragili, con invalidità al loro interno o numerose. Altrimenti sarebbe un disastro assoluto, visto che anche come durata l’Assegno di Inclusione è più corto, passando dai 18 mesi rinnovabili di 18 in 18 del Reddito di Cittadinanza, ai 18 mesi rinnovabili di 12 alla volta per l’Assegno di Inclusione.

Nel discorso, soprattutto per le famiglie con figli minorenni, non si può non considerare anche l’Assegno Unico e Universale sui figli a carico. E inserendo dentro anche questo strumento, come vedremo, i conti sono diventati totalmente differenti. Ed a vantaggio del nuovo strumento di contrasto alla povertà.

L’Assegno Unico sale con l’Assegno di Inclusione

L’Assegno Unico sui figli a carico fino ai 21 anni di età è una misura unica che ha preso il posto di Assegni per il Nucleo Familiare, Premio alla nascita, detrazioni per i carichi di famiglia e Bonus Bebè. Una misura “unicum”, destinata a lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi, disoccupati e pure a chi prende un sussidio come il Reddito di Cittadinanza o come lo sarà l’Assegno di Inclusione. L’Assegno Unico nel 2023 è stato di importo pari a circa 189 euro al mese, per famigle con un ISEE fino a 15.000 euro ed a scalare fino a 54 euro per famiglie con ISEE oltre i 40.000 euro o senza una ISEE in corso di validità. Ma sul Reddito di Cittadinanza, l’Assegno Unico come importo era penalizzato. Infatti l’importo spettante di Reddito di Cittadinanza per la componente relativa ai figli, andava sottratto dall’importo dell’Assegno Unico spettante. Con l’Assegno di Inclusione invece l’Assegno Unico non prevede tagli ed è cumulabile tutto con la nuova misura di contrasto alla povertà.

Cosa si guadagna di Assegno Unico con il passaggio all’Assegno di Inclusione

Partendo dal nucleo familiare della nostra lettrice, adesso dimostreremo che nel passaggio dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione, le famiglie con figli prenderanno di più. E lo faranno grazie all’Assegno Unico e Universale sui figli a carico. La nostra lettrice sulla carta dovrebbe passare dal prendere 800 euro al mese con il Reddito di Cittadinanza, al prendere 775 euro con l’Assegno di Inclusione. Lo si evince dalle tabelle sopra riportate. Ciò che va detto però è che l’Assegno Unico diventa molto più ricco rispetto al passato.

Tra Assegno di Inclusione, Reddito di Cittadinanza ed Assegno Unico e Universale

Considerando che la coppia ha una sola figlia, nel 2023 con il Reddito di Cittadinanza ha percepito 89 euro al mese di Assegno Unico dall’INPS. Da 189 euro al mese a 89 euro perché 100 euro è la quota spettante di Reddito di Cittadinanza per la figlia. Se è vero che vale 0,2 come scala di equivalenza la figlia, bisogna moltiplicare 800 euro di sussidio percepito per 0,20 e poi dividere tutto per 1,6 (scala di equivalenza totale per quel nucleo familiare). Con l’Assegno di Inclusione invece, nessun calcolo e la famiglia andrà a percepire l’intero importo di Assegno Unico, cioè i già citati 189 euro al mese (importi che però varieranno per l’inflazione nel 2024). A conti fatti un guadagno di 75 euro al mese, cioè 900 euro all’anno. Tra Assegno Unico e Assegno di Inclusione la nostra lettrice prenderà 964 euro al mese, mentre con il Reddito di Cittadinanza e l’Assegno Unico, ne prendeva 889.