Inizia a serpeggiare sempre una maggiore attesa per quanto riguarda l’assegno di inclusione. Infatti la misura che prenderà il posto dal 2024 del reddito di cittadinanza è molto importante per tanti cittadini. E non poteva essere altrimenti vista la mole di famiglie che in questi anni hanno tirato avanti grazie al sussidio tanto caro al Movimento 5 Stelle.

Il governo Meloni ha deciso di porre la parola fine all’esperienza con il reddito di cittadinanza dal 1° gennaio 2024 e lo ha sostituito con l’assegno di inclusione.

la continuità nel percepire un sussidio è alla base dei dubbi di molti lettori. C’è chi chiede se il reddito di cittadinanza pagherà l’ultima ricarica a dicembre o a gennaio, vista la discrepanza con i nuovi ISEE.

C’è chi si chiede cosa accadrà a gennaio, perché il 27, giorno dedicato alle ricariche mensili del vecchio sussidio, difficilmente l’INPS riuscirà a pagare i nuovi assegni di inclusione. Oggi analizziamo la situazione, cercando di spiegare cosa accadrà, anche se anche noi siamo un pochino spiazzati da informazioni spesso contraddittorie e senza ufficialità.

Assegno di inclusione al via, quando fare domanda per il dopo reddito di cittadinanza

Prima di tutto, ecco un veloce riepilogo di ciò che significa assegno di inclusione al posto del reddito di cittadinanza. Il governo ha deciso di porre fine al reddito di cittadinanza da gennaio 2024. Non prima di averlo ridotto già nel corso del 2023. Innanzitutto dividendo la platea dei potenziali beneficiari di misure a sostegno reddituale e delle condizioni di povertà.

Infatti da un lato sono state messe le famiglie con all’interno delle fragilità. E si parla di famiglie con al loro interno anziani sopra i 60 anni, minori, presi in carico dai servizi sociali o invalidi. Dall’altro lato le famiglie composte tutte da persone con un’età compresa tra i 18 già compiuti e i 60 ancora da compiere.

E si parla di soggetti attivabili al lavoro.

Fragili, occupabili e differenze

Per le persone fragili e per quei nuclei familiari ecco quindi che da gennaio si dovrebbe passare dal reddito di cittadinanza all’assegno di inclusione. Per gli altri invece, da settembre esiste il supporto alla formazione e al lavoro, un’altra misura con annesso sussidio e politiche attive sul lavoro. Evidente che sono le famiglie che stanno prendendo ancora adesso il reddito di cittadinanza quelle interessate dall’assegno di inclusione. Sono loro che chiedono quando potranno rifare domanda, o quanto prenderanno a gennaio, visto che dall’inizio del prossimo anno il cambiamento dovrebbe essere certo.

Cosa cambia tra reddito di cittadinanza ed assegno di inclusione

In linea di massima l’assegno di inclusione non sarà tanto diverso dal reddito di cittadinanza. Ci saranno fino a 500 euro ogni mese, come integrazione reddituale del singolo beneficiario, con adeguamento dell’importo in base alla scala di equivalenza e al numero dei componenti la famiglia.

A questo si aggiunge, come per il reddito di cittadinanza, una cifra fino a 280 euro come eventuale rimborso canone di affitto per chi vive in locazione con contratto regolarmente registrato. E in presenza di soggetti over 67, importo mensile di integrazione reddituale fino a 630 euro e componente affitto imputato fino a 150 euro al mese.

Probabilmente i soggetti di età compresa tra i 18 e i 59 anni di un nucleo familiare con fragilità all’interno, non concorreranno alla scala di equivalenza per determinare l’importo dell’assegno di inclusione. Questa una delle novità della nuova misura rispetto alla precedente. A cui si aggiungerà probabilmente una soglia ISEE più bassa, che dovrebbe essere fino a 6.000 euro. Tutte cose queste che dovranno essere confermate adesso che ci saranno le istruzioni ufficiali per i richiedenti.

ISEE, reddito di cittadinanza e assegno dio inclusione, ecco cosa conoscere

In questi anni una cosa che abbiamo imparato a capire è che l’inizio di anno per il reddito di cittadinanza e per i suoi beneficiari è sempre particolare.

Infatti anche se non serve presentare ogni anno domanda di sussidio, è stato sempre necessario rinnovare l’ISEE. In modo tale da consentire all’INPS di verificare la permanenza del diritto al sussidio per quanti lo prendevano già l’anno precedente.

Ma a gennaio in genere l’ISEE che usa l’INPS è quello vecchio, collegando il sussidio all’ISEE nuovo solo a partire dalla mensilità di febbraio. Una soluzione di comodo questa, per consentire ai contribuenti di mettersi in regola con l’ISEE senza correre e senza rischiare errori visto che anche banche e poste non sempre ad inizio anno dispongono dei dati finali da dare ai contribuenti (saldi e giacenze medie).

Il grande cambiamento, problemi in arrivo?

Il 2024 sarà ancora più confusionario, dal momento che si cambia misura. Perché effettivamente, per quello che ci è dato di sapere, l’ultima ricarica del reddito di cittadinanza arriverà ai beneficiari a dicembre. Quindi a gennaio inutile attendere. Perché i beneficiari del reddito di cittadinanza che riusciranno anche a rientrare nell’assegno di inclusione, a gennaio dovrebbero percepire questa misura. E non la precedente.

Bisogna quindi rifare l’ISEE quanto prima, presentare domanda di assegno di inclusione prima possibile, per cercare di dare continuità al sussidio senza rimanere scoperti a gennaio. Chi crede in una fase transitoria a gennaio, con magari una mensilità di reddito di cittadinanza in più, probabilmente sbaglia.

L’unica cosa che potrebbe materializzarsi, stando alle ultime indiscrezioni, è un avvio delle domande di assegno di inclusione già a dicembre. Anticipando le istanze l’INPS avrebbe più tempo per assegnare il sussidio ai richiedenti. Anche se servirà l’ISEE 2024, che fa riferimento a redditi e patrimoni 2022, e che non può essere certo sostituito dall’ISEE 2023, che invece faceva riferimento a redditi e patrimoni 2021.