Quali sono gli incentivi (per giovani e non) previsti per l’apertura di un bar? Ci scrive a tal proposito Lucia C. “volevo informarmi per il sostegno offerto dallo stato per favorire L apertura di un piccolo bar !!!! Io avrei bisogno di avviare L attività con una modalità uguale a “ resta al sud” mi piacerebbe sapere se è necessario che io abbia un garante ? Grazie”. Nonostante la crisi, e anzi forse proprio a causa della crisi (occupazionale), sempre più persone valutano la possibilità di mettersi in proprio.

Tra le possibilità, aprire un bar è una scelta abbastanza comune tenendo conto del rapporto tra investimento e possibilità di guadagno. Ma quanto costa aprire un bar e quali incentivi sono previsti? Rispondiamo alla domanda della nostra lettrice, che probabilmente si fa portavoce dei dubbi di molti (giovani e non).

Aprire un bar con il bonus resto al sud: requisiti e domanda 2019

Il bonus resto al sud include una parte a fondo perduto e una a zero interessi. Facendo un esempio pratico, se un soggetto riceve un importo di € 50.000, il 35% (ovvero € 17.500) saranno a fondo perduto da parte di Invitalia, mentre il restante 65% (ovvero € 32.500) saranno ottenuti come finanziamento della durata di 8 anni, erogato da una banca convenzionata, e sostanzialmente a tasso zero (gli interessi sui € 32.500 saranno a carico di Invitalia).

Non si comprende bene, leggendo la richiesta, se la lettrice possieda i requisiti per rientrare nel bonus resto al sud (quello anagrafico e di residenza). Vale la pena ad ogni modo ricordarli anche perché ci sono delle novità. Il bonus resto al sud 2019 infatti ha esteso fino a 45 anni il limite di età per fare domanda. Sono stati concessi quindi ben dieci anni in più rispetto ai 35 inizialmente previsti. Il bonus resto al sud inoltre ha dei limiti geografici da considerare perché è riservato ad alcune regioni specifiche.

Aprire un bar: quali incentivi o strade per risparmiare

Se non si rientra nel bonus resto al sud per mancanza di uno dei requisiti, il consiglio è quello di rivolgersi al Ministero dello Sviluppo e informarsi sui diversi bandi per investimenti a fondo perduto. Una strada interessante potrebbe essere ad esempio quella fornita dal modello Sabatini TER che agevola le piccole e medie imprese.
Se non si rientra in nessuno di questi finanziamenti, si potrebbe considerare la strada del franchising in modo da contenere i costi dell’apertura del bar iniziali.

Sicuramente si abbassano i costi di arredamento e materiali nonché quelli di formazione del personale.
Da ultimo segnaliamo la forma più innovativa di finanziamento che in Italia in effetti ancora stenta a decollare: il crowfunding. In sostanza si tratta di scegliere un pubblico pronto a sostenere la causa, quindi una sorta di autofinanziamento.