Il 16 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo della Legge di Bilancio, che prevede un rialzo del 5% (dal 21% al 26%) della cedolare secca. Un aumento che potrebbe far virare molti contribuenti verso il regime Irpef.

Approfittiamo della notizia per rispondere alla domanda di un nostro lettore.

Buongiorno, sono Marco da Catania, ho letto nelle news che la cedolare secca per gli affitti brevi è stata portata dal 21% al 26% con l’ultima Manovra della Legge di Bilancio.

Io affitto con Airbnb, Booking e siti affini e mi chiedo se a questo punto mi conviene passare alla tassazione Irpef o rimanere lo stesso in regime di cedolare secca. Già abbiamo tasse onerose come IMU e Tari (e dobbiamo sperare che tornino alle stelle i costi dell’energia), con l’aumento della cedolare secca si restringe ulteriormente un margine che nell’ultimo periodo si stava assottigliando, complice l’ormai grande concorrenza e una generale minore propensione al consumo. Vi chiedo gentilmente se è possibile fare un quadro schematico delle differenze tra Irpef e cedolare secca per capire la soluzione economicamente meno impegnativa.

Affitto con Airbnb in cedolare secca: cosa dice l’articolo 19

La regolamentazione degli affitti brevi, quindi con solo con Airbnb ma con i vari portali o anche tramite altri mezzi promozionali, è stata aggiornata con l’Art. 19 della Legge di Bilancio 2024. Il titolo è “Modifiche alla disciplina fiscale sulle locazioni brevi e sulle plusvalenze in caso di cessione a titolo oneroso di beni immobili”.

Le modifiche in oggetto dovrebbero principalmente riguardare il già citato aumento della cedolare secca, che salirebbe così al 26%. Non è ancora un dato confermato, ma sembrano consistenti le voci al riguardo.

Questo aggiornamento andrebbe ad impattare milioni di italiani che, come entrata secondaria o principale, affittano le proprie abitazioni a turisti o viaggiatori d’affari.

L’aumento è stato proposto per disincentivate gli affitti brevi e convergere su quelli a lungo periodo, nel tentativo di salvaguardare i centri storici, spopolati di quel substrato sociale che li ha resi famosi, a favore di turisti mordi e fuggi.

Tuttavia, questa soluzione va ad affliggere anche i proprietari di case che affittano in località meno o non turistiche, nel tentativo di valorizzare i centri in cui vivono. Si tratta di posti in cui le proprietà non si affittano per periodi lunghi.

Sembra inoltre che questa modifica avrebbe creato malumori all’interno della maggioranza. Non tutti erano infatti favorevoli e molti ne sarebbero venuti a conoscenza solo a bozza della Manovra definitiva.

D’altronde l’orientamento di una buona parte del centrodestra era stato riassunto da un precedente tweet di Salvini, che recitava: “La proprietà privata è sacra e non è compito dello Stato decidere se devi affittare a breve, a medio o a lungo termine. Siamo in un Paese libero”.

Differenze tra cedolare al 26% e nuova Irpef

Per rispondere al quesito del nostro lettore Marco, analizziamo i due regimi fiscali alla luce degli ultimi aggiornamenti.

Per quanto riguarda la cedolare secca il calcolo è molto semplice. Si applica un’aliquota fissa (del 21% fino ad ora, ma del 26% dal 2024) su ogni tipo di reddito. Una soluzione che favorisce i doppi redditi e, soprattutto, i redditi più alti, perché resta indipendente da ogni altra entrata.

Per redditi più bassi, invece, è necessario fare un’attenta valutazione.

Chi sta decidendo se conviene applicare agli affitti brevi la cedolare o l’Irpef deve sapere che nella Manovra è contenuta anche una modifica al ribasso dell’Irpef.

Nella riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche, inclusa nella Legge di Bilancio 2024, è previsto un accorpamento delle prime due aliquote Irpef, con vantaggio per i redditi più bassi.

Fino al 31 dicembre 2023 il primo scaglione Irpef è fissato ad un limite di 15.000 euro di reddito, con un’aliquota del 23%.

Da 15.001 euro fino a 28.000 l’aliquota si sale al 25%.

Dal 1 gennaio 2024 invece l’aliquota del 23% si applicherà fino a 28.000 euro di reddito.

Le variabili dirimenti nella scelta saranno quindi il reddito e la capienza fiscale, cioè la possibilità di detrarre costi e spese.

Riassumendo

  • Nella Legge di Bilancio 2024 sarà introdotta la variazione della cedolare secca per gli affitti brevi, che passerà dall’attuale 21% al 26%.
  • La decisione non è stata unanime nella maggioranza, con molti esponenti che sono venuti a conoscenza della modifica solo a bozza definitiva.
  • Nella Manovra è previsto anche l’accorpamento delle prime due fasce Irpef (fino a 28.000 euro) con aliquota al 23%.