In Italia, il dibattito sul superbollo auto, una tassa supplementare imposta ai proprietari di veicoli particolarmente potenti, riflette la crescente tensione tra esigenze ambientali e libertà individuale di scelta automobilistica.

Introdotto nel 2011 come misura d’austerità durante un periodo di significative difficoltà economiche, il superbollo ha sollevato questioni non solo fiscali, ma anche etiche e ambientali. Questa imposta, calcolata sulla base della potenza dei veicoli espressa in cavalli vapore (CV) o kilowatt (kW), mira a disincentivare l’acquisto e l’uso di automobili ad alte prestazioni, considerate meno efficienti e più inquinanti rispetto alle controparti più modeste.

Tuttavia, mentre l’obiettivo ambientale del superbollo è chiaro, le sue implicazioni economiche e sociali sono complesse. Da un lato, sostiene la lotta contro il cambiamento climatico e promuove uno stile di vita più sostenibile; dall’altro, impone un ulteriore onere fiscale sui proprietari di veicoli che, in molti casi, considerano l’auto non solo un mezzo di trasporto ma un simbolo di status sociale e personale successo.

La strada verso l’eliminazione di questa soprattassa si apre ufficialmente con l’ingresso, in queste ore del 9 aprile 2024, del decreto sulla riforma delle imposte indirette. L’impegno del legislatore è quello dei una sua progressiva eliminazione.

Veicolo obbligati ed esenti

Il superbollo rappresenta un’addizionale erariale al bollo auto. Quindi, una tassa aggiuntiva rispetto all’ordinario bollo che già si paga.

La soprattassa è da pagarsi su autovetture e autoveicoli per il trasporto promiscuo di persone e cose con potenza superiore a 185 Kw. A oggi, l’importo dovuto è pari a 20 euro per ogni kw di potenza superiore alla citata soglia. Sono previste, tuttavia, delle riduzioni al:

  • 60% dopo 5 anni dalla costruzione del veicolo;
  • 30%, dopo 10 dalla costruzione del veicolo;
  • 15%, dopo 15 anni dalla costruzione del veicolo.

Si azzera il superbollo dopo 20 anni dalla costruzione del veicolo e non è dovuto nei casi in cui il veicolo sia esente da bollo (come ad esempio il caso di esenzione bollo auto dei disabili).

Superbollo auto, verso l’eliminazione graduale?

La storia del superbollo è fatta di alti e bassi. Sul finire degli anni 90, ed esattamente nel 1997, fu cancellata. Successivamente, il legislatore ci ripensò, reintroducendola nel 2011.

Le cose potrebbero nuovamente cambiare. Oggi, 9 aprile 2024, infatti, approda in Consiglio dei Ministri, lo schema del decreto legislativo contente disposizioni per la razionalizzazione dell’imposta di registro. E anche dell’imposta sulle successioni e donazioni, dell’imposta di bollo e degli altri tributi indiretti diversi dall’IVA. Con detto provvedimento, si continua a dare seguito alla legge delega sulla riforma fiscale che ha già visto emanati altri decreti come quelli di riforma dell’imposta sul reddito.

E negli impegni dell’esecutivo, espressi nella legge delega, spicca anche il riordino delle tasse automobilistiche. Ciò nell’ottica della razionalizzazione e semplificazione del prelievo. Valutando l’eventuale e progressivo superamento dell’addizionale erariale sulla tassa automobilistica per le autovetture. E per gli autoveicoli destinati al trasporto promiscuo di persone e cose, aventi potenza superiore a 185 chilowatt, vale a dire del superbollo.

Per saperne di più attendiamo il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri seduta 9 aprile 2024, in cui verrà spiegato il contenuto del decreto approvato.

Riassumendo…

  • il superbollo rappresenta un’addizionale erariale al bollo auto
  • è da pagarsi su autovetture e autoveicoli per il trasporto promiscuo di persone e cose con potenza superiore a 185 Kw
  • non si paga sui veicoli già esenti dall’ordinario bollo auto
  • il decreto legislativo sulla riforma delle imposte indirette, in discussione al Consiglio dei Ministri del 9 aprile 2024, potrebbe prevedere la graduale eliminazione del superbollo auto.