Il lunedì è sempre un giorno poco piacevole. L’inizio della settimana lavorativa fa sentire il suo peso. Ma questo lunedì, 19 giugno 2023, è ancora più pesante perché i contribuenti italiani si trovano le tasche un po’ meno piene. La mano nei portafogli degli italiani l’hanno messa i comuni lo scorso venerdì 16 giugno. Giorno entro cui i possessori di immobili erano chiamati a versare l’acconto IMU 2023.

Non tutti però sono andati alla cassa per pagare. Non c’è andato chi, ad esempio, possiede solo immobili esenti dal tributo.

Ma non c’è andato anche chi ha dimenticato la scadenza o chi per volontà non ha pagato (ad esempio, perché non aveva liquidità per farlo).

Per chi doveva e non ha versato, niente paura. C’è tutto il tempo per rimediare. E farlo subito è conveniente.

Le scadenze ei ritardi

L’IMU, ricordiamo, colpisce il possesso di immobili. Dove per possesso deve intendersi la proprietà o altro diritto reale di godimento (usufrutto, enfiteusi, diritto di abitazione, ecc.).

E’ un tributo di competenza comunale e si paga in acconto e saldo. L’acconto IMU 2023 era da pagarsi entro il 16 giugno 2023. Fa eccezione a questa scadenza la proroga decisa con il decreto alluvioni.

Il saldo si paga entro il 16 dicembre di questo stesso anno. Tuttavia, essendo il 16 dicembre di sabato, si passa al primo giorno lavorativo successivo, ossia al 18 dicembre.

Sono previsti numerosi casi di esenzione IMU.

Chi non paga entro le scadenze, oppure chi paga un importo insufficiente, può rimediare spontaneamente grazie al ravvedimento operoso.

Ravvedersi significa pagare sanzione e interessi prima che il comune se ne accorga. Ovviamente ha il suo vantaggio. Infatti, la sanzione sarà molto ridotta, rispetto a quella piena (15% o 30%).

In particolare la sanzione da ravvedimento è quella di cui all’art. 13 D. Lgs. n. 472 del 1997. Una sanzione che varia a seconda di quando ci si mette in regola.

Acconto IMU 2023, quanto costa ai ritardatari

Per i ritardatari dell’acconto IMU 2023, quindi, più si aspetta a regolarizzare la posizione più alta sarà la sanzione. Farlo nei primi 14 giorni (quindi entro il 30 giugno 2023) equivale a pagare in più solo lo 0,1% per ogni giorno di ritardo. Questo significa una sanzione massima dell’1,4% se ci si ravvede proprio il 30 giugno 2023.

Dopo questa data la sanzione aumenta e sarà dell’1,5%, se la regolarizzazione avviene oltre il 14° giorno ma entro il 30° giorno dal termine ordinario di scadenza previsto.

Aspettare ancora diventa ancor più gravoso visto che la sanzione sarà:

  • 1,67 % (1/9 del 15%), se la regolarizzazione avviene oltre il 30° giorno ma entro il 90° dal termine ordinario di scadenza previsto;
  • 3,75% (1/8 del 30%), se la regolarizzazione avviene oltre il 90° giorno ma entro il termine di presentazione della dichiarazione IMU riferita all’anno d’imposta 2023 (entro il 30 giugno 2024);
  • 4,29% (1/7 del 30%), se la regolarizzazione avviene entro il termine di presentazione della dichiarazione IMU riferita all’anno d’imposta 2024 (dopo il 30 giugno 2024 ed entro il 30 giugno 2025);
  • 5% (1/6 del 30%), se la regolarizzazione avviene oltre il termine di presentazione della dichiarazione IMU riferita all’anno d’imposta 2024 (dopo il 30 giugno 2025);
  • 6% (1/5 del 30%), se la regolarizzazione avviene dopo la constatazione della violazione ai sensi dell’art. 24 della Legge 7 gennaio 1929, n.4.

Resta fermo che, alla sanzione, si aggiungono gli interessi al tasso annuo legale per ogni giorno di ritardo.

Riassumendo…

  • l’acconto IMU 2023 andava pagato entro il 16 giugno 2023
  • il saldo IMU 2023 è in scadenza il 18 dicembre 2023
  • i ritardatari possono rimediare con il ravvedimento operoso
  • ravvedersi significa mettersi in regola spontaneamente pagando l’imposta omessa, la sanzione ridotta e gli interessi al tasso legale annuo per ogni giorno di ritardo
  • la sanzione da ravvedimento è quella di cui all’art. 13 D. Lgs. n. 472 del 1997 e varia a seconda di quando ci si mette in regola (più si aspetta più si paga).