Sulle modifiche che il Governo Meloni avrebbe deciso di introdurre sul reddito di cittadinanza iniziano a manifestarsi alcune problematiche prima passate sotto traccia. Le modifiche che verranno introdotte ormai sono chiare e porteranno per forza di cose alla cessazione del sussidio nel 2024. Per il momento la decisione presa è quella di un taglio del sussidio con riduzione del periodo indennizzato per una parte della platea degli aventi diritto. Platea che viene divisa in occupabili e non occupabili, cioè tra chi può essere introdotto nel mondo del lavoro e chi invece no.

Una distinzione che ogni giorno che passa appare più difficile da delineare oltre ogni ragionevole dubbio.

Il problema dei soggetti attivabili al lavoro che rischiano di perdere il reddito di cittadinanza

Lo dimostra per esempio un nostro lettore che ci chiede numi proprio su questa particolare distinzione, che nel 2023 rischia di penalizzarlo molto.

“Gentile redazione, mi chiamo Andrea e sono un ragazzo di 26 anni che frequenta il quarto anno di Giurisprudenza. Anche se leggermente fuori corso, sto per arrivare al mio obbiettivo di vita che è la laurea. Vivo solo da quando avevo 19 anni e mi sono sempre mantenuto studiando e lavorando. Con la pandemia le occasioni di lavoro serale sono venute meno, e ho iniziato ad avere serie difficoltà ad andare avanti. Mi ha sostenuto, per quanto ha potuto, mia madre, vedova e con una pensione minima (mio padre l’ho perso quando non avevo ancora 10 anni).

Tanto è vero che ho dovuto passare a diventare beneficiario del reddito di cittadinanza. Non ho patrimonio e reddito e pertanto, anche nel 2023 il sussidio potrebbe essere l’unica soluzione per poter perseguire il mio sogno di diventare avvocato.

In base a ciò che leggo sulle modifiche del sussidio, dovrei riceverlo fino ad agosto 2023, perché per me che ho 26 anni, in quanto attivabile al lavoro, il sussidio sarà tagliato di 4 mesi.

E dovrei iniziare a frequentare corsi di formazione di 6 mesi, oppure a partecipare a lavori socialmente utili. Ma così dovrei dire addio allo studio. Farei prima a mollare tutto e cercarmi un lavoro vero. Premetto che in passato sono stato convocato dai Centri per l’Impiego, ma sono stato considerato studente e quindi non mi hanno fatto sottoscrivere il patto di lavoro. Cosa posso fare?”

I non attivabili che il Governo pare non aver considerato nel ridurre ad 8 mesi il reddito di cittadinanza

Il quesito del nostro lettore non poteva arrivare in un momento migliore. Infatti si sta per definire la Legge di Bilancio e dentro tra i provvedimenti anche quello che riguarda la riduzione della durata del reddito di cittadinanza per chi è occupabile come età e condizioni. Le novità del reddito di cittadinanza ormai sono definite. Dal primo gennaio 2024 la misura scomparirà, e sarà sostituita da altra misura che ancora deve essere messa a punto. Nel frattempo, dal primo gennaio 2023, sia per le nuove domande che per i vecchi beneficiari che dovranno continuare a percepirlo nel 2023, ISEE permettendo, ecco i tagli. Per tutto il 2023 il sussidio potrà prenderlo solo chi è in un nucleo familiare composto anche da invalidi, minorenni e over 60. Senza la presenza almeno di un soggetto di questo genere, il sussidio continuerà ad essere percepito, ma solo per 8 mesi e non per 12 nel 2023.

L’età diventa determinante per la durata del reddito di cittadinanza

Tutti coloro che hanno una età compresa tra i 18 ed i 60 non compiuti, oltre alla riduzione di 4 mesi, anche tre obblighi fondamentali. Il primo è la frequentazione di un corso di formazione che il Centro per l’Impiego avvierà e personalizzerà per il diretto interessato. Poi, ci sarà da affrontare lo svolgimento di lavori di pubblica utilità per il Comune dove si risiede.

Infine, ci sarà da accettare la prima offerta di lavoro che sempre gli Uffici del Collocamento produrranno per l’interessato.

Anche alcuni giovani non sono attivabili al lavoro, anche se non sono disabili

Il nostro lettore non appartiene a una famiglia con all’interno over 60, invalidi o minorenni. Vive solo, non ha reddito e non è invalido. In sostanza, ha le carte in regola per prendere il reddito di cittadinanza, ma solo per 8 mesi nel 2023, non avendo nemmeno i 60 ani di età che ne prolungherebbero il beneficio. Il problema è che si tratta di uno studente universitario, che anche nel 2022 e nel 2021 ha preso il sussidio e non ha dovuto sottoscrivere il patto di lavoro. Il motivo? Essendo studente, attivabile al lavoro non lo è. Su questo il Governo dovrà chiarire tutti gli aspetti. Perché per gli studenti universitari, ma anche per chi è alle prese con tirocini formativi o corsi di formazione, la durata del sussidio sarà pari a 8 mesi. Perché si terrà in considerazione la famiglia e l’età dei beneficiari, non il fatto che sia studente.

Il paradosso degli studenti

Il paradosso vuole che per prendere il sussidio, e solo per 8 mesi, il nostro lettore dovrebbe accettare di partecipare a corsi di formazione. Se non vi partecipa, decadenza dal beneficio praticamente immediata. E lo stesso vale per le convocazioni al Comune per lavori di pubblica utilità. Tra l’altro difficilmente potrà accettare un lavoro anche se congruo offerto dai Centri per l’Impiego. Sarebbero tutti adempimenti che metterebbero i bastoni tra le ruote al nostro lettore come a tanti altri nelle sue condizioni, di fronte al percorso scolastico e universitario. Ma attivabile al lavoro questi soggetti non lo sono. E il Governo dovrà tenerne conto in sede di approvazione definitiva della Legge di Bilancio.