Nel mondo del lavoro non è raro trovare persone che per contribuzione versata, carriera lavorativa, esigenze di vita ed altre problematiche, non riescono a completare la carriera minima per andare in pensione. Il sistema pensionistico richiede un montante minimo di contributi previdenziali, variabile in base alla misura. Lavorando si costruisce la propria pensione. E allora senza contributi, niente pensione. Questo è un dato assodato. Tuttavia chi non ha contributi una sorta di pensione la prende comunque, a determinate condizioni. Entriamo nel campo dell’assistenzialismo.

Non parliamo di previdenza in senso stretto, perché le condizioni sono quasi tutte esclusivamente reddituali.

“Salve, sono Maria, moglie di un pensionato con assegno sociale di poco superiore a 500 euro. Abbiamo casa di proprietà ed un piccolo appezzamento di terreno. Compio 67 anni a dicembre. Ho possibilità di prendere anche io l’assegno sociale visto che non ho che 5 anni di contributi versati quando ero giovane?”

A 67 anni senza contributi? ecco la strada per prendere comunque una pensione o quasi

L’assegno sociale alla pari di quella che una volta si chiamava pensione sociale, altro non è che una prestazione assistenziale che lo Stato, per il tramite dell’INPS, eroga a soggetti privi dei requisiti per una loro pensione diretta e previdenziale, che gravano in condizioni reddituali non propriamente dignitose. Quindi, la prestazione è economica e viene pagata dall’INPS, dietro domanda del diretto interessato, come fosse una normale pensione, cioè mese per mese. Una prestazione soggetta a determinate condizioni reddituali che il beneficiario potenziale deve detenere sia alla data di presentazione della domanda, che negli anni successivi, cioè in continuità di fruizione.
La misura infatti non è eterna ma assoggettata a conferma annuale dopo un adempimento che il diretto interessato deve espletare ogni febbraio. Parliamo del modello RED da presentare, che serve all’INPS per verificare il diritto ad una prestazione collegata al reddito per un contribuente.

E anche per determinare il giusto importo della prestazione da corrispondere allo stesso beneficiario.

Necessario presentare il modello RED ogni anno per continuare a prendere la pensione o l’assegno sociale

Bisogna partire da un reddito inferiore alle soglie stabilite dalla legge per verificare il diritto di una persona all’assegno sociale. Ed ogni febbraio, pena la sospensione della prestazione, chi riesce a prendere l’assegno sociale deve comunicare i propri redditi tramite modello RED. L’assegno sociale viene riconosciuto, dietro domanda, ai cittadini italiani e stranieri residenti in Italia che si trovano in una situazione di disagio economico e che non hanno diritto a una pensione o a un’altra prestazione previdenziale o assistenziale. Dal 1996 l’assegno sociale ha preso il posto della pensione sociale. Essendo una prestazione assistenziale, serve essere effettivamente residenti in Italia sia per la presentazione della domanda che per il mantenimento del diritto mese per mese.

Limiti, vincoli e paletti della pensione o assegno sociale

Per ottenere l’assegno sociale, serve avere almeno 67 anni di età, essere cittadini italiani, o di un Paese dell’Unione Europea. Possono ottenerlo gli extracomunitari solo se titolari del permesso di soggiorno (ex carta di soggiorno), dello status di rifugiato o di quello di protezione internazionale. E come accennato prima, bisogna avere la residenza effettiva e continuativa in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 consecutivi. Ma fondamentale è il requisito reddituale. Suscettibile di variazioni da un anno all’altro per via dell’inflazione che oltre a far salire gli importi dei trattamenti, assegno unico compreso, fa salire le soglie reddituali da rispettare. Per l’anno 2023, con l’importo dell’assegno sociale che è pari a 503,27 euro al mese, i limiti reddituali sono:

  • 6.542,51 euro annui di reddito personale per il single;
  • 6.542,51 euro di reddito personale che sale a 13.085,02 per i coniugati.

Ecco i limiti di reddito dell’assegno sociale e cosa bisogna considerare nel calcolo

Il reddito da non superare si calcola sommando tutti i redditi imponibili ai fini Irpef, compresi quelli esenti o soggetti a ritenuta alla fonte, e sottraendo le eventuali detrazioni spettanti.

Nello specifico la somma dei redditi deve comprendere:

  • reddito IRPEF;
  • redditi esenti da imposta;
  • redditi soggetti a ritenuta alla fonte;
  • terreni e fabbricati al netto della casa di abitazione;
  • redditi soggetti a imposta sostitutiva;
  • premi derivanti da titoli e obbligazioni;
  • pensioni di guerra;
  • rendite INAIL;
  • pensioni estere;
  • assegni di invalidità;
  • assegni alimentari e assegni di mantenimento.