Quali sono le agevolazioni Legge 104 a favore delle mamme, a seconda che si tratti di una donna disabile o caregiver del figlio? Come cantava Toto Cutugno: “Le mamme sognano, le mamme invecchiano, le mamme si amano, ma ti amano di più”.

Nessuno vuole più bene della mamma. Lei è il nostro punto di riferimento e la persona che sarà sempre pronta a gioire per le nostre vittorie. Ma non solo, è colei che offre sempre il suo aiuto in caso di problemi.

 Un amore incondizionato, quello che lega i genitori ai figli, che niente e nessuno può spezzare.

Questo, però, non vuol dire che sia tutto rose e fiore. Tante sono le cose da fare e per questo riuscire a stare dietro a tutto può risultare alquanto difficile. Lo sanno bene le persone che prestano assistenza a un famigliare non autosufficiente in modo tale da garantire loro un valido aiuto. Proprio in tale ambito è possibile beneficiare di alcune misure ad hoc, come ad esempio i permessi Legge 104.

104 per le mamme: differenze tra madre disabile e caregiver del figlio

Tali misure differiscono a seconda che la mamma sia il soggetto disabile che necessita di assistenza piuttosto che ricopra il ruolo di caregiver per aiutare il figlio. In quest’ultimo caso, ad esempio, la mamma che svolge un lavoro in qualità di dipendente ha diritto a tre giorni di permesso al mese. Questo a prescindere che lavori nel settore pubblico o privato.

Anche il padre, in modalità alternata, può fruire di tre giorni di permesso mensili. La mamma caregiver, inoltre, non può essere trasferita in un’altra sede dell’azienda senza il suo consenso. Anzi, se possibile può chiedere di svolgere la propria attività presso la sede più vicina oppure di lavorare in modalità smart working.

Entrando nei dettagli, fino al compimento dei dodici anni del figlio i genitori posso beneficiare in modo alternativo di tre giorni di permesso al mese oppure del prolungamento del congedo parentale. Quest’ultimo può essere fruito in modo continuativo o frazionato per un periodo che non ecceda complessivamente i tre anni.

Per figli aventi un’età pari o superiore a dodici anni la mamma può richiedere tre giorni al mese di permesso, anche continuativi.

Tra gli altri diritti si annovera il congedo straordinario retribuito di due anni. I genitori con figli disabili non hanno l’obbligo di svolgere il lavoro in orario notturno e hanno anche diritto a una maggiorazione sull’Assegno unico e universale figli a carico. L’importo di tale misura, si ricorda, differisce a seconda del numero di componenti del nucleo famigliare e all’Isee.

Genitore disabile e figlio caregiver: come funziona

Se invece è la mamma ad avere la disabilità, il figlio che presta assistenza ha a sua volta diritto a tre giorni di permesso al mese e al congedo straordinario retribuito di due anni. Come spiegato sul sito dell’Inps infatti:

“Il congedo straordinario spetta ai lavoratori dipendenti secondo il seguente ordine di priorità:

  • coniuge convivente o la parte dell’unione civile convivente o il convivente di fatto della persona disabile in situazione di gravità;

  • padre o madre, anche adottivi o affidatari, della persona disabile in situazione di gravità in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente o della parte dell’unione civile convivente o del convivente di fatto;

  • figlio convivente della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il coniuge convivente o la parte dell’unione civile convivente o il convivente di fatto ed entrambi i genitori del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti”.