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Oggi: 12 Dic, 2025

Fine del contante mai, così dall’Ohio parte la controrivoluzione dei pagamenti

Una proposta di legge nell'Ohio punta a impedire la fine del contante come strumento di pagamento, segnando un'inversione di tendenza.
2 settimane fa
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Fine contante mai
Fine contante mai © Licenza Creative Commons

La proposta di legge si chiama, non certo per coincidenza, CASH, acronimo di Currency Access to Spend Here. E’ stata presentata dal deputato repubblicano nello stato dell’Ohio, David Thomas, e segna una svolta legislativa e culturale sui pagamenti. Tutti i negozi dovranno garantire almeno un punto vendita che accetta i pagamenti in contante per evitarne la fine come molti da anni predicano. L’iniziativa, se passerà alla votazione del Congresso locale, sarebbe destinata a scuotere colossi come Tesco, Walmart e Costco. Questi da tempo perseguono una strategia di “self-checkout”, che consiste nella presenza di sole casse automatiche e che quasi mai accettano banconote e monete come metodo di pagamento.

Trump contro dollaro digitale

Il timore delle grandi catene è che dovranno rivedere le loro strategie per adeguarsi eventualmente alla legge dell’Ohio. In realtà, la proposta è assai pragmatica. Nell’impedire la fine del contante, semplicemente consente all’esercente di garantire la presenza della relativa cassa per l’accettazione sia in forma automatica che con l’ausilio di una persona. In pratica, le casse automatiche potranno continuare ad esistere. Dovranno solamente accettare anche i pagamenti in contante.

La svolta non è stata inattesa. L’amministrazione Trump ha promesso che non avallerà mai il dollaro digitale a cui stava lavorando la Federal Reserve fino al suo insediamento. Perché? Sarebbe una soluzione accentratrice dei pagamenti e a discapito della privacy e della libertà dei cittadini. Il governo metterebbe le mani su tutti i risparmi, monitorandone in tempo reale l’utilizzo. Un rischio che si corre anche da noi con l’euro digitale quasi pronto al debutto e avversato dall’Europarlamento così com’è stato congegnato dalla Banca Centrale Europea.

Nessun freno alla tecnologia

A chi ritiene che leggi come quelle dell’Ohio frenino l’innovazione tecnologica, bisogna eccepire che non si tratti di imporre i pagamenti in contante, quanto di impedirne la fine. Utilizzare carte e app per i pagamenti ha i suoi vantaggi, ma non può e deve essere imposto per legge. I pagamenti con banconote e monete sono alla portata di tutti e possono avvenire in qualsivoglia condizione, anche nel caso di blackout o di attacco informatico su larga scala.

Vi ricordate le lodi alla Svezia “cashless”? Di recente la Riksbank ha annunciato di studiare un piano per incrementare la moneta a disposizione dei cittadini. Ha ammesso che questi sarebbero nei guai nel caso di un attacco cibernetico da parte di potenze nemiche come la vicina Russia. La stessa Unione Europea con il kit di sopravvivenza all’inizio dell’anno ci teneva a farci sapere che “le carte sono solo un pezzo di plastica” in caso di crisi. Dopo avere propinato i pagamenti elettronici per anni, Bruxelles ora raccomanda di tenere in casa almeno un po’ di contante.

Fine del contante ideologica rischiosa e superata

Non c’è un vero passo indietro, bensì la fine dell’ideologizzazione dei pagamenti.

La fine del contante era stata invocata come una panacea di tutti i mali. Avrebbe azzerato nelle intenzioni dei governi la criminalità, l’evasione fiscale e il terrorismo. Come se questi fenomeni non esistessero indipendentemente dallo strumento utilizzato di volta in volta per regolare le transazioni. La guerra ha riportato tutti con i piedi per terra: affidarsi ai soli pagamenti elettronici sarebbe un pericolo per la sicurezza nazionale. Il conflitto con Mosca ed altre potenze in ascesa come la Cina si sta già combattendo con modalità “ibride”. Fucili e cannoni sono l’ultima ratio, prima vengono gli attacchi informatici e la disinformazione. Staccare la spina (letteralmente) può servire a limitare i danni.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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