investimenti minerariGli analisti francesi di Societe Generale hanno dedicato un interessante report al comparto minerario. A finire sotto i raggi X sono stati 10 tra i più importanti players del settore. Particolare significativo dell’analisi di SocGen è l’attenzione rivolta verso il cosiddetto water risk, ossia il rischio legato alla scarsità di acqua, e la conseguente capacità di gestire tale rischio (water management). E’ chiaro che sia il water risk che il water management hanno un enorme peso sulle attività dei players del comparto e in particolare sulla redditività delle stesse società.

 

1) Anglo American. Visto che oltre l’80% delle attività del gigante minerario inglese viene svolta in aree dove l’acqua è scarsa, negli anni ha portato avanti diversi progetti per superare questo problema. Il rapporto water intensity/sales (m3/mil di euro) è 22,3. Sul totale dell’acqua utilizzata (500.670.000 m3 nel 2012) il 72% è riciclata. Al titolo, che capitalizza 32,4 miliardi di euro, gli esperti dell’investment bank francese hanno assegnato il rating buy (acquistare).

 

2) Antofagasta. Anche questo gruppo inglese opera in aree del Cile dove il rischio di risentire di problemi di mancanza d’acqua è molto alto. Per ovviare al problema la società utilizza anche acqua marina non desalinizzata (circa il 44% del totale di acqua impiegato). Il rapporto water intensity/sales è 8,7. Sul totale dell’acqua utilizzata (45.800.000 m3 nel 2012) l’81% è riciclata. Il titolo, che capitalizza 16 miliardi di euro, merita secondo gli analisti il rating sell (vendere).

 

3) BHP Billiton. Il colosso minerario, che nel 2012 ha realizzato oltre 54 miliardi di euro di fatturato, non risente molto del cosiddetto water risk grazie alla consolidata capacità di gestire questa risorsa e alla forte diversificazione internazionale. Il rapporto water intensity/sales è 8,1, ma sul totale dell’acqua utilizzata (438.000.000 m3 nel 2012) solo il 41% è riciclata. Al titolo, che capitalizza 149,16 miliardi di euro, è stato assegnato il rating hold (mantenere).

 

4) Glencore Xstrata. Il gruppo svizzero, che lo scorso anno ha registrato un giro d’affari di 166,8 miliardi di euro, non ha comunicato nel 2012 dati aggiornati sul consumo di acqua, che risalgono quindi al 2011.

Il rapporto water intensity/sales è 5,5. Sul totale dell’acqua utilizzata (740.000.000 m3 nel 2012) il 48% è riciclata. Il titolo, che capitalizza 30,7 miliardi di euro, merita secondo gli analisti il rating buy (comprare).

 

5) Rio Tinto. Il colosso minerario non è molto esposto al “rischio acqua”e ha una discreta capacità nel gestire questa risorsa. La joint venture Grasberg, che si approvvigiona dal fiume, dovrebbe secondo gli esperti essere venduta per rimuovere l’immagine negativa dal punto di vista della responsabilità ambientale e sociale (SRI). Il rapporto water intensity/sales è 35,2. Sul totale dell’acqua utilizzata (1.396.000.000 m3 nel 2012) solo il 31% è riciclata. Al titolo, che capitalizza 83,6 miliardi di euro, è stato assegnato il rating buy (comprare).

 

6) Lonmin. Il gruppo inglese, che ha sede in Sudafrica, risente della scarsità di acqua nel Paese che potrebbe portare a un ridimensionamento dell’attività delle maggiori miniere di platino al mondo controllate, oltre che da Lonmin, da Anglo American. Il rapporto water intensity/sales è 6,9. Sul totale dell’acqua utilizzata (8.668.000 m3 nel 2012) la società non comunica quanta viene ricliclata. Il titolo, che capitalizza 1,9 miliardi di euro, merita secondo gli esperti il rating buy (comprare).

 

7) Vedanta Resources. Il gruppo inglese, che lo scorso anno ha realizzato un fatturato di 10,18 miliardi di euro, ha un livello di rischio piuttosto alto nonostante la diversificazione geografica. Le miniere in Rajasthan, che rappresentano oltre il 60% del reddito operativo lordo (ebitda), sono situate infatti in una zona estremamente arida. Il rapporto water intensity/sales è 38,8. Sul totale dell’acqua utilizzata (395.060.000 m3 nel 2012) solo il 24% è riciclata. Il rating del titolo, che capitalizza 3,79 miliardi di euro, è hold (mantenere).

 

8) Arcelor Mittal. Rating buy (compare) per il titolo, che capitalizza 20,2 miliardi di euro.

Il rapporto water intensity/sales del gruppo nel 2011 era 32,7. Sul totale dell’acqua utilizzata (2.214.573.000 m3) la società non comunica la percentuale che viene riciclata. Il cosiddetto water risk è secondo gli esperti medio-basso.

 

9) Randgold Resources. Con Rio Tinto, BHP Billiton e Iamgold è uno dei gruppi meglio attrezzati nella gestione del cosidetto water risk. Il rapporto water intensity/sales è 19. Sul totale dell’acqua utilizzata (19.599.000 m3 nel 2012) una quota elevata (il 69%) è riciclata. Il titolo Uk, che capitalizza 6,74 miliardi di euro, merita secondo gli analisti il rating hold (mantenere).

 

10) Iamgold corporation. Giudizio positivo sulla capacità del gruppo canadese, che realizza un giro d’affari di 1,3 miliardi di euro, di gestire una risorsa scarsa come l’acqua, ma rating negativo (sell, cioè vendere) sul titolo, che capitalizza 3,27 miliardi di euro. Il rapporto water intensity/sales è 35,8. Sul totale dell’acqua utilizzata (46.527.000 m3 nel 2012) il 73% è riciclata.