slovenske-elektrarneEnel si sta avvicinando al giro di boa delle 13,30 con una flessione di oltre 2 punti percentuali. Il colosso dell’elettricità sta facendo nettamente peggio di un Ftse Mib che lascia sul parterre lo 0,7% in scia alle tensioni sulla Grecia. A determinare la raffica di vendite su Enel è certamente il clima di attesa per la pubblicazione dei conti del primo trimestre della quotata. Chiaramente però a questo fattore non deve essere dato un peso eccessivo. Secondo alcuni addetti ai lavori, infatti, la raffica di vendite che sta mandando a picco Enel si spiega solo se si guarda al risiko slovacco.

 

Enel cessione Slovenske Elektrarne: la partita si ingarbuglia

Nelle scorse settimane il premier slovacco Robert Fico, ha ribadito in più di una occasione che il suo esecutivo ostacolerà la cessione del 66% di Slovenske Elektrarne detenuta da Enel. Lo stato slovacco è titolare del 33% di SE e intende usare la sua quota come arma di ricatto affinchè Enel non esca da SE fino a quando non sarà completata la realizzazione della centrale nucleare di Mochovce (Enel: i nodi si chiamano Sud America e Slovacchia).

Ma non sono solo le dichiarazioni del premier Fico a spaventare gli investitori. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, infatti, la ceca Cez avrebbe reso nota la sua intenzione di non presentare alcuna offerta, dichiarandosi disposta ad intavolare una trattativa con Enel e con la Slovacchia sullo sviluppo del settore energetico del Paese.

Cez è uno dei soggetti (gli altri sono Eph, Fortum e il consorzio Mol/Mvm Group) che avevano presentato manifestazioni di interesse per la quota messa in vendita da Enel. E’ chiaro che ostacoli sulla via della cessione del 66% di SE significhino per Enel problemi nel piano di riduzione del debito. Il colosso elettrico italiano, infatti, si attendeva di incassare proprio da questa operazione una parte consistente di quei 5 miliardi di euro previsti dal piano dismissioni.