Il terremoto in Marocco dell’8 settembre non si è limitato a dilaniare il paese con una scossa di 6.8 gradi Richter, lasciando in soli 30 secondi morte e distruzione. Oltre all’immediata sciagura, quello che si teme di più dopo un terremoto è lo sfaldamento del tessuto sociale, perché questi eventi catastrofici colpiscono sempre al cuore i centri abitati.

Come accadde per l’Aquila, in cui il centro storico fu praticamente cancellato, costringendo migliaia di persone ad abbandonare un luogo occupato da secoli in favore di nuove e asettiche periferie, così anche in Marocco, specie nelle piccole comunità montane dell’Atlante come Tinmel, Asni, Tafeghaghte, gli edifici sono stati rasi al suolo e chi è sopravvissuto vaga tra le macerie alla ricerca dei propri cari.

E il peggio deve ancora venire, ovvero quando si tenterà di tornare ad una normalità impossibile, con i morti da piangere e una ricostruzione da sperare.

Come prevedibile, per fortuna, nei giorni immediatamente successivi all’evento, è corsa agli aiuti per il Marocco da tutto il mondo. Ma cosa succederà dopo? Qaunti di questi aiuti saranno efficaci nella ricostruzione nel lungo periodo?

La distruzione della storica area artigianale di Marrakech

La situazione a Marrakech non è sicuramente drammatica come quella dei centri montani, anche grazie ad un massiccio dispiegamento di aiuti, che invece scarseggiano nei villaggi dell’Atlante.

Tuttavia il terremoto ha lasciato anche qui la sua scia di morte e devastazione, distruggendo o danneggiando edifici storici (come il minareto della moschea Kutubiyya del XII secolo, un’icona della città), uccidendo persone e riempiendo la Medina di macerie, dolore e tristezza.

La Medina conserva, oltre al fascino storico, culturale e architettonico che attira i turisti, una tradizione artigianale centenaria. Qui si trovano infatti numerose botteghe per la lavorazione del legno e della ceramica che hanno decorato e decorano la città. Soprattutto le splendide maioliche.

Il terremoto in Marocco ha distrutto questi storici laboratori, grazie ai quali, nei secoli, era stata mantenuta la tradizione architettonica del centro di Marrakech.

Si rischia così di perdere un patrimonio culturale e artistico dal valore immenso, sepolto dalla macerie.

Ironia della sorte, queste operose comunità che hanno valorizzato nel tempo Marrakech sono tra le più povere, quindi più vulnerabili e con maggiori difficoltà nel recuperare quanto ora hanno perso.

Ma saranno al tempo stesso fondamentali quando arriverà il tempo di ricostruire la città dopo il disastroso terremoto del Marocco.

Il futuro dell’economia artigiana dopo il terremoto in Marocco

Quello dell’artigianato è da sempre un aspetto importante dell’economia del Marocco. Oggi è la fiorente industria del turismo a trainare l’economia, ma sono gli artigiani a mantenere le tradizioni e a provvedere allo splendore della città.

Purtroppo la gentrificazione del centro storico negli ultimi decenni ha innalzato i prezzi e il valore delle case nella Medina. I residenti sono quindi costretti a muoversi su un labile margine, che potrebbe ora vedere piombare interessi commerciali sulle loro case e botteghe distrutte.

E sarebbe proprio una beffa se chi ha contribuito per secoli e rendere gloriosa Marrakech si trovi ora privato di quel tessuto sociale e culturale che ha permesso lo sviluppo e la conservazione di un patrimonio artistico unico.