Jean Twenge, professore di psicologia alla San Diego State University, ha realizzato uno studio sull’impatto psicologico che stanno avendo i nuovi strumenti, smartphone e tablet, sullo sviluppo dei bambini e degli adolescenti che sono nati in un mondo già dominato da questi dispositivi. Le ricerche svolte riguardano ben 11 milioni di giovani e il primo risultato è che i ragazzini, a partire dal 2010 circa, hanno iniziato a organizzare il proprio tempo in maniera differente rispetto alle generazioni precedenti e, a partire dal 2012, hanno iniziato a manifestare dei grandi cambiamenti nel proprio benessere mentale.

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Smartphone, come è cambiata la vita di bambini e adolescenti

Si tratta, insomma, dei ragazzi nati a partire dal 1995 circa, anche se, ovviamente la situazione è in evoluzione. Si calcola che, negli USA, nel 2015 due adolescenti su tre posseggono un iPhone ed è per questo che la oro generazione è stata definita iGen. Lo studio mostra come ogni aspetto della vita di questi bambini, adolescenti, giovani, è caratterizzato dall’uso dello smartphone; le indagini dimostrano come trascorrano circa 6 ore al giorno sui cellulari, messaggiando su chat e girando sui social. Semplificando al massimo, non hanno più tempo per fare null’altro nella vita: se la generazione precedente amava soprattutto uscire di casa e incontrarsi con gli amici, adesso le attività davvero sociali sono molto ridotte e questo comporta un grave impatto psicologico.

Smartphone, l’impatto psicologico è tremendo

L’impatto psicologico di questa che può essere considerata una vera e propria rivoluzione antropologica è devastante. A partire dal 2012, sempre secondo lo studio, sono cresciute alcune forme patologiche: l’ansia, la depressione e soprattutto il senso di solitudine; tutto questo ha portato, in quella fascia d’età, una crescita dei suicidi del 50%. Sembra essere chiaro, dunque, che i giovani nati a partire dal 1995 e che trascorrono la loro vita attraverso lo schermo di un dispositivo sono più depressi e meno felici.

Interessante un altro studio del 2016: un gruppo di persone non ha usato Facebook per una settimana (mentre un altro sì) e il risultato ha rappresentato una controprova, i primi erano nettamente più sereni.

Altri dati riscontrati sono i seguenti: gli adolescenti che hanno vissuto la propria vita su uno schermo hanno meno empatia nei confronti dei coetanei, sanno cogliere meno bene le emozioni degli altri, e in più leggono molte meno riviste e libri: una ricerca universitaria mostra come i giovai siano incapaci di comprendere una frase sintatticamente troppo lunga.

Insomma, l’evoluzione tecnologica e, soprattutto, il mercato non possono essere salvati, ma è chiaro che sarebbe sempre più necessaria un’educazione all’utilizzazione di smartphone e tablet; la situazione potrebbe peggiorare sempre di più.